giovedì 29 dicembre 2011

I 10 dischi del 2011 de La Belle Epop


Che bello rispettare la tradizione della classifica dei dischi più sentiti dell'anno. Mi diverto sempre a stilarla e cercare in poche frasi di riassumere l'album in sé o quel poco di personale dentro gli ascolti. In contemporanea sulle pagine di Maps ci sono anche le mie classifiche di tante altre cose legate alla musica targata 2011. Buon anno!


10. Destroyer - Kaputt (Merge) 
Se guardi tutto intorno nella Grande Vallata del Grande Indie troverai tra tanti un canadesi un tizio dai tratti mediterranei, un cavaliere senza armi, poeta romantico che dopo anni di tentativi di scrittura è arrivato a rasentare la perfezione nell'equilibrio tra pop, arrangiamento orchestrale e liriche. L'eleganza di Kaputt non ha rivali.


9. tUnE-yArDs - w h o k i l l (4AD) 
Il 2011 lo ricorderò come l'anno dagli ascolti più WTF. Tra i vari dischi che non avrei dovuto ascoltare questo è il più bello e merita di comparire in classifica. Rock, rnb, afro, funk e folk mescolati con un ukulele e impastati con la voce primitiva di Merill Garbus, una ragazza prodigio che ha scritto un album dal suono astratto come il fango delle Slits.


8. Smith Westerns - Dye It Blonde (Fat Possum) 
"Mi devo ricordare di metterlo tra i dieci": era solo Gennaio e questa prova in hi-fi degli Smith Westerns mi aveva già steso. Hanno mandato un po' troppo a memoria i dischi dei Beatles? Sono la versione instagram dei T. Rex? Who cares? Quest'album è dinamite, e conviene posare il cervello sul comodino prima di premere play e farsi questo viaggio in bmx tra bellissimi ventenni americani, tra i loro capelli lunghi, le loro facce immacolate e i jeans strappati alle ginocchia.


7. Ganglians - Still Living (Lefse) 
Essere tutto insieme, hippie, slacker, hipster, surfers, rocker e punk mettendo tutti d'accordo è la prima impresa dei Ganglians. La seconda è aver scritto un disco come Still Living di cui non ho sentito un solo commento negativo a riguardo. Sono la più preziosa perla nascosta delle baie californiane.


6. Twerps - Twerps (Underwater Peoples/Chapter Music) 
"Tengono insieme con lo spago più sfilacciato che potete immaginare il kiwi pop, le proverbiali chitarre a bassa fedeltà dei Novanta e secchiate di malinconia da Smiths o Wedding Present. I Twerps suonano ogni canzone come fosse l'ultima e stessero già per congedarsi in silenzio dalle scene, con una devastante gentilezza. Da ovunque li guardi sono vulnerabili: voci instabili, cori avvinazzati, rime incompiute, chitarre storte, un passo che inciampa nelle code strumentali, riferimenti al passato ingenuamente telefonati, tanta, troppa sincerità per essere veri. Un disco che pensi subito a che posto piazzare tra i migliori dell'anno.*"


5. Balkans - Balkans (Double Phantom) 
Disco esplosivo, una polveriera clamorosamente fuori dai radar della critica specializzata. Non so perché, come non so se con questa prima prova si sono già bruciati i colpi a disposizione. Se così fosse, tanto vale amarli qui e ora. Era stato uno dei Rolling Stones a dire che dal cervello non è mai venuto fuori alcun tipo di rock 'n' roll, ma è da, ehm, altri organi meno nobili che prende vita? Ecco, i Balkans questo lo sanno benissimo.


4. The Drums - Portamento (Moshi Moshi) 
Da next big thing a mestieranti del pop. Scrivetelo voi, con gli occhi di Morrissey puntati addosso, un secondo album così.


3. Girls - Father, Son, Holy Ghost (True Panther) 
Il miglior disco dei Girls non lo ascolteremo mai. Chris Owens è troppo concentrato a fare a pugni con il proprio stomaco e scriversi le canzoni addosso. O a regalarle ai suoi miti, o al massimo alle sue ragazze. Anche questo, nonostante spazi tra generi musicali così tradizionali da far sentire al sicuro anche i più vecchi zii d'America, è un disco tremendamente personale. E si guadagna ancora una volta il podio.


2. Yuck - Yuck (Fat Possum) 
E' il debutto dell'anno perché se è vero che nel 2011 le chitarre anni 90 sono tornate di moda allora gli Yuck hanno dettato il tempo di questa tendenza, senza mai voltarsi per controllare quanti ce n'erano dietro. Dell'emozione - nel senso più elementare - che mi suscita ogni fottuto ascolto degli Yuck, per quanto mi riguarda, sono schiavo.


1. A Classic Education - Call It Blazing (Lefse, La Tempesta) 
E' un primo posto di cuore, per motivarlo a parole dovrei essere sbronzo. Non ci provo nemmeno. Quello che spesso non viene detto di Call It Blazing è che le sue canzoni sono senza tempo, potevano essere scritte nel 1967 e potrebbero ancora funzionare nel 2067. È il disco della fuga, perché di fuga parla e perché in fuga ha lanciato la band. Ci sono miglia di vuoto tra loro e il gruppone. E non li prende più nessuno.

mercoledì 28 dicembre 2011

Mallrats

Voglio tipo vivere in questo video. La la la!


mercoledì 21 dicembre 2011

Xmas vibrations: Karibean live a La Belle Epop


E' con il sorriso stampato ancora in viso che vi presento il primo live in radio a La Belle Epop. Venerdì ho voluto invitare negli studi di Radio Città Del CapoKaribean. La band di Osimo quest'anno ha firmato Love, Tears and Spiritual Blessing, un ep autoprodotto favoloso per bellezza e profondità. Inaugurare con loro le session acustiche de La Belle Epop è il più bel regalo di Natale che Enrico Carletti, Corrado Verdolini e Luca Gobbi mi potevano fare. I ragazzi si sono raccontati, hanno suonato e brindato, con gli strumenti, il vino, Enzo e Pietro tutti intorno. In una sola parola, come direbbe Enrico, dinamite!

Su Vitaminic potete ascoltare il podcast dell'intera puntata. Qui invece c'è l'intera sessione in acustico che si è aperta con la dolce e inedita Rainbow Girl e chiusa con Down Before Xmas, brano già battezzato nella compila natalizia di Polaroid e in un festoso video. Buon Surfing Natale a tutti!

venerdì 16 dicembre 2011

Love, Christmas e Karibean alla radio!


Settimana straordinaria questa per Radio Città del Capo, la campagna abbonamenti prosegue imperterrita e esploderà oggi con Tutti al Verde, il mega party al Locomotiv.

Questa però è per invitarvi stasera dalle 21 all'ascolto (streaming) de La Belle Epop alla radio, dove avrò il piacere di ospitare i Karibean. La band surf pop di Ancona ci ha consegnato un fulminante ep d'esordio l'estate scorsa, Love, Tears and Spiritual Blessing l'abbiamo incensato su tutte le spiagge d'Italia e loro intervistati su queste pagine. Per la speciale occasione i ragazzi, che suoneranno dal vivo nella prima acoustic session di sempre per La Belle Epop, hanno promesso brani inediti, coretti matti, canzoni di natale e calici alti. Ulteriore garanzia di festa è la compagnia che mi faranno ai microfoni un maestro il thermos serale, Enzo Polaroid Baruffaldi, e l'enfant prodige della telecamera Pietro Borzì di Less Tv a documentare tutto. Ci si sente in radio, ci si vede poi in pista. A tra poco!
    

mercoledì 14 dicembre 2011

Visiomento, la tv dei Drums


Non sapevo che i Drums avessero aperto una loro tv a circuito chiuso. Tra live in saletta prove, divertissement video e risposte alle domande dei fan, c'è un'ultima trasmissione da non perdere dove il chitarrista Jacob Graham intervista l'influente -ma mai troppo celebrata- band indiepop scozzese The Wake.
 

"In an age of insatiable voyeuristic desire, rampant mass surveillance, and cyber-exhibitionism we have become a society conditioned to transmit and receive images, sound, and information at lightning speed. [...] In response to this deluge of social media and watching, The Drums are pleased to announce the premier of Visiomento, a new series of broadcasts from our very own private CCTV network. Through Visiomento, we will offer a candid and intimate glimpse inside of our studio. We will feature special guest appearances and interviews with artists and musicians we admire. We will broadcast in-studio performances of songs from our new album, Portamento. We will discuss curious topics of interest and provide you with news and updates relating to The Drums."

Pronti! Tutti al verde! Via!


Parte oggi Tutti Al Verde, la campagna abbonamenti di Radio Città Del Capo! Con grande slancio da questo momento fino a domenica il palinsesto della radio verrà rivoluzionato in maniera speciale permettendo agli ascoltatori di abbonarsi alla radio, interagire con le trasmissioni e vincere numerosi premi. Come da comunicato:

"Reagire alla crisi: Radio Città del Capo fa la sua parte e quest'anno ha deciso di dare un nuovo sapore alla classica campagna abbonamenti con cui chiede agli ascoltatori di contribuire al sostegno della sua informazione indipendente. Da una parte un piccolo sconto sulla quota dell'abbonamento (si passa a 80 euro l'anno per abbonamento tipo), dall'altra l'adozione di un giardino cittadino.
Il nome che abbiamo scelto quest'anno è "Tutti al verde", per parlare di strategie di uscita dalla crisi ma anche per lanciare l'azione di ripulitura e “adozione” del giardino Guido Rossa, in Via Ferrarese, al quartiere Navile."



Segnatevi fin da ora in agenda questi tre appuntamenti in città:

- Oggi - 
L'aperitivo all'Ortica (ora 18, in Via Mascarella)
- Venerdì 16 - 
  TUTTI AL VERDE! La festa di Radio Città del Capo con live gli Amor De Dias (Locomotiv Club)
- Domenica 18 -
Evento al giardino Guido Rossa per adottare, o meglio ripulire, rendere più bello e accogliente un giardino pubblico della città. (ore 10.30, in via Ferrarese)

lunedì 12 dicembre 2011

Tutto Molto Bello: le interviste e le polemiche



Il primo torneo di calcetto delle etichette indipendenti organizzato dai règaz di Trovarobato è stato un vero successo. Il resoconto, le interviste e gli highlights di quel caldissimo pomeriggio di settembre passato a giocare allo sport più bello del mondo, sfidando nella Piazza del Popolo di Faenza altre sette label italiane sono state riprese e ora finalmente mostrate da Prodezze Fuori Area. E' successo di tutto e tutti i cliché di un evento calcistico sono stati percorsi: anche io che al minuto 25 mi travesto da sportivo virtuoso e auguro la vittoria del torneo alla 42 Records, squadra che mi aveva appena rubato il sogno della finale. Era una gufata e non ha funzionato. Ringrazio la beneamata etichetta We Were Never Being Boring per avermi reclutato nelle proprie file e permesso di vincere il salame quale premio di capocannoniere. A voi studio.

lunedì 5 dicembre 2011

Widowspeak in cantina a Bologna


Appuntamento particolare stasera in Via Rialto a Bologna. Widowspeak, trio di Brooklyn accasato presso la label indipendente Captured Tracks, suonerà per un'unica data italiana nella cantina di Tatler, profumeria tradizionale nel cuore di Bologna.
La band nel fortunato omonimo album di debutto (ascoltalo qui) ha scritto brani sospesi tra i paesaggi desertici del rock americano dei '50, e la polvere a bassa fedeltà dei '90 più sognanti. Speriamo di essere testimoni stasera di questo miscuglio etereo che dal vivo viene esaltato dalla voce delicata della cantante Molly Hamilton e da contorni di chitarra e batteria estremamente eleganti. Tutti i dettagli sono qui. Ci vediamo giù in cantina.

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WIDOWSPEAK live 
In Cantina Da Tatler
Lunedì 5 Dicembre, ore 20 
Tatler Perfumery, via Rialto 29/2
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giovedì 1 dicembre 2011

Guards, live dall'obitorio


Guards, sfuggente band indiepop di Brooklyn (già segnalata) che centellina le uscite dal vivo e su disco, suonano in obitorio accompagnati dalla Magik*Magik Orchestra, con la benedizione delle telecamere di Yours Truly. Sarà la solita vana ricerca di stupore per i tre accordi messi bene in fila che mi fa esaltare per questa versione di I See It Coming? Ok, saranno gli ennesimi che arrangiano una buona pop song con l'orchestra e ci mettono i cori epici sopra, hanno lo spettro degli Arcade Fire tutto attorno grosso così ed è stato appena un anno fa che hanno debuttato, ma a me questa performance risulta grandiosa e ho la meraviglia del primo uomo di fronte al fuoco. Prima che straripino, provate a chiuderli nell'ipod.

mercoledì 30 novembre 2011

Hai mai provato con un bagno al fiume?


Se ne parlava qui qualche settimana fa di inutile, la rivista indipendente per la quale ho avuto il piacere di raccontare una giornata estiva speciale, passata sulle rive di un piccolo fiume dell'appennino modenese, in compagnia di una manciata di care band locali. Per chi non avesse fatto in tempo a comprare il numero o abbonarsi (che è veramente una bazzecola), ecco qui le pagine del report instagrammate da Luca Mazzieri, padrino insieme a Colla del River Fever e, giassai, titolare di Wolther Goes Stranger, oltre che equipollente di Johnny Marr negli A Classic Education.

Consigli della nonna 2.0


E' interessante la riflessione da cui scaturiscono i Grandmother Tipsi consigli che l'artista grafico Chacho Puebla vorrebbe gli fossero stati dati a suo tempo dalla nonna.
A esser realisti non è così prematuro prepararsi già al momento in cui noi, ovvero la generazione cresciuta seduta davanti a un modem più che in piazzetta, dovremo chiamare a rapporto figli o nipotini e consigliare loro di non accettare richieste di amicizia da chiunque su facebook.  


(♫) Chicks on Speed - Myspace

domenica 27 novembre 2011

Better off dead than sold


Tra le istantanee di paesaggi guardati dal finestrino, di volti felici raccolti in giro, di canzoni e risate vissute vicino alla gang classica, c'è una piccola cosa, un graffio esile che rimane tatuato dentro. Sono cinque parole che riassumono lo spirito della band senza possibilità di aggiunte, una frase che rimbalza in un flipper emozionale tra testa e cuore e rimane sospesa in gola quando passa da lì, un rovente magone che non vorrei svanisse per ora.

giovedì 17 novembre 2011

L'amore ai tempi del tour bus


Hello Sadness, il nuovo album dei Los Campesinos ammetto di non averlo ancora ascoltato anzi, cosa più grave, non muoio dalla voglia di farlo.
La testimonianza in prima persona, intitolata Female Musicians Never Get Laid, scritta da Ellen, la bassista della band indiepop gallese, invece l'ho trovata interessante, non tanto per l'argomento sesso in sé, quando per lo stralcio di vita reale da musicista in tour offerto, con i problemi annessi, di relazione e anche, ehm, di spazio.

"You could attempt sex in a tour-bus bunk, but I once tried to undress a man in that coffin-sized bedroom, and it was just awful. He was a guitar player in a band that'd played at the same venue the night before, and I was a drunk who was seduced by his comment "Your hat is cute." We eventually passed out half-naked after repeatedly hitting our heads on the roof of the bunk and keeping the people around us awake with the sounds of our clumsy exploits." (Nerve.com)

Steve Albini kindergarten


Sembra sia un po' un check point obbligato per le band indie rock del momento cominciare a pettinarsi ordinati a partire dal secondo album (vedi Wavves, Real Estate, Smith Westerns). Mi chiedo cosa sia successo al casino stridulo, alle distorsioni a bassa fedeltà, al power rock con cui Cloud Nothings si era presentato al tempo del disco di debutto. Facile rispondere se ascolti la nuova No Future/No Past. Pensi subito "sì certo, gli ultimi Nirvana. Ci sta.", poi "oddio sì, e pure Steve Albini!". Viene dritto il paragone con i paladini del grunge e con il loro deus ex machina del suono (che a questo giro ha sul serio lavorato con Cloud Nothings), a sentire la pulizia vocale, il climax ascendente e il fragore organizzato del singolo che introduce il nuovo album, Attack Memory in uscita all'inizio del 2012 per Carparks. Non sono un grande fan di Dylan Baldi, il giovane punk di Cleveland a capo della band, ma non vedo l'ora di ricredermi.

Cloud Nothings - No Future/No Past

martedì 15 novembre 2011

Podcast interno


Per riprendere un po' le redini della baracca, e visto che quest'anno non l'avevo ancora fatto, rimbalzo l'ultimo podcast della trasmissione legata a questo blog. (O è il blog ad essere legato ad essa? Non ricordo più).
Tutte le puntate de La Belle Epop in radio le trovate ogni martedì tra i podcast di Vitaminic e sul blog del Thermos di Città Del Capo in compagnia degli altri programmi che settimanalmente riempiono la fascia serale del palinsesto della nostra radio bolognese. Se siete curiosi di sapere chi è il vincitore della copertina dell'ultima puntata andate a leggere le ultime news in casa Trovarobato: di lui, Mangiacassette, e del suo debutto intitolato Disco Interno, ne riparleremo presto.

Mangiacassette - Autoradio

giovedì 10 novembre 2011

martedì 8 novembre 2011

Don't look back Sailors


Non ho ancora avuto modo di scrivere da queste parti quanto negli ultimi mesi, dall'uscita dell'album Yes/Sun, abbia ascoltato e visto a ripetizione dal vivo i Welcome Back Sailors. La band reggiana è cresciuta a dismisura, dalle prime esibizioni a oggi i progressi sono talmente vistosi che viene da meravigliarsi come per la crescita di un bambino in ottima salute. Ed è paffuto, dalle gote rosso vivo, cammina e corre lungo rette sicure. Il duo ha affinato un live di elettronica fatta a mano, di effetti speciali artigianali, di legami tra un pezzo e l'altro che lì per lì nell'entusiasmo mi hanno fatto gridare daftpunk!, di salite e picchiate in climax come in un canovaccio teatrale, ogni volta con un elemento nuovo e improvviso ad arricchirne il plot. I synth e la voce di Danilo sono amalgamati e così saldati bene da reggere ogni tipo di sala (anche una da barba), le chitarre e le rifiniture ritmiche di Alessio con le sue movenze da Marr fanno da giusto contraltare e regolano gli equilibri di una coppia di musicisti di cui ovunque spero si alzi il volume sempre di più.



Stasera i Welcome Back Sailors suonano dal vivo a Bologna al Teatrino degli Illusi (evento fb), aprendo Sentireascoltare live on Tuesdays, una rassegna di concerti curata dalla webzine omonima. Il disco Yes/Sun oltre che al loro banchetto lo trovate anche sullo store di wwnbb collective.

lunedì 7 novembre 2011

L'utilità della carta: l'intervista a "inutile"


A luglio, invitato dai ragazzi di "inutile" a scrivere un report sul River Fever, il piccolo festival segreto sull'appennino modenese, accetto immediatamente la proposta nonostante non sia completamente conscio di dove il pezzo andrà a finire. Mi documento e scopro che l'opuscolo editoriale intitolato "inutile" è una realtà che esiste da diversi anni e si può sfogliare proprio con le dita perché è di carta. Dopo qualche mese e un sensibile cambio di formula da mensile a trimestrale, finalmente posso toccare  "inutile" con mano. Non soddisfatto, voglio saperne ancora un po' di più e chiedo ad Alessandro Romeo, responsabile editoriale di "inutile", se gli va di fare una chiacchierata. Questo è il risultato.

- Se esistesse cosa ci sarebbe scritto nella pagina wikipedia di "inutile"?
Ci sarebbe scritto che è una rivista di narrativa, nata nel 2007, partita come un mensile con un formato simil-parrocchiale orrendo, e rimasta un mensile per un bel po' con un formato via via più bello (a misura di taschino di camicia, che spalancato diventava un poster) e infine è diventata un trimestrale di una trentina di pagine dove ci sono racconti, articoli, reportage, qualche recensione. Tutto questo continuando a vivere degli abbonamenti e con l'attività dell'associazione a cui la rivista è collegata.

- Chi scrive e chi ha scritto su "inutile"? Come vengono scelti gli autori?
Chiunque può mandarci i propri pezzi. Gli autori vengono scelti in base a quanto son belli i racconti che ci mandano. Se son belli li pubblichiamo, se sono così così mettiamo al lavoro gli autori dandogli qualche dritta, se son brutti gli spieghiamo perché non funzionano. In quest'ultimo caso entra in ballo la selezione naturale: c'è chi si arrabbia e non ci manda più nulla, c'è chi invece (la maggior parte) si mette al lavoro seriamente e piano piano migliora. Tutto secondo il nostro gusto, con tutti i limiti del caso, ma nella maniera più schietta possibile. Altri contributi li andiamo a chiedere noi a gente che seguiamo e che ci piace. È andata così per Daniel Wallace (l'autore di "Big Fish"), Sheila Heti (scrittrice canadese, non tradotta in Italia, ma si possono leggere alcune sue cose su McSweeney's) e Peppe Fiore (il cui ultimo libro è "La futura classe dirigente" di Minimum Fax). Idem per la collaborazione, ora conclusa, con Enzo e la Fagotta di Polaroid, che curavano una playlist mensile; e per Sara Pavan (la Diva del fumetto underground bolognese) tuttora curatrice su "inutile" di una rubrica sull'illustrazione, la grafica e il design.

- Una rivista di carta in un mondo che legge online, che dopo 46 numeri sceglie di rafforzare il rapporto con gli abbonati regalando loro l'anteprima della lettura: "inutile" è un tentativo di resistenza letteraria?
Nessuna resistenza. Stiamo in mezzo tra l'autopubblicazione anarchica e l'editoria ufficiale. E siamo in una posizione di continuità con entrambi gli estremi. Da un lato si argina con una selezione anche piuttosto severa di materiale, dall'altro con una comunicazione diretta e miratissima con l'editoria ufficiale: nel senso che all'interno di quest'ultima ci sono (anche) delle persone in gamba, professionali e di mentalità aperta a cui giriamo regolarmente i numeri cartacei e che ci chiedono di tanto in tanto se abbiamo in pentola qualche nome nuovo da tenere d'occhio. Pur facendo "inutile" nel tempo libero, senza guadagnarci una lira, non siamo ideologicamente underground o roba simile. Lo siamo di fatto, per necessità, ma non è una roba bella. Se ti occupi di narrativa essere underground è solo frustrante, quindi non ha senso esserlo con orgoglio: non è come per la musica o per il fumetto dove esiste un mercato alternativo a quello mainstream, che bene o male funziona. L'unica forma di resistenza è quella verso le trombonate. Ci piace fare il possibile per far capire che la letteratura non è solo Beckett o Pasolini, ma è anche fatta da gente con atrii e ventricoli in funzione, che ha il suo spessore e il suo stile e che non è su un piano diverso rispetto alla musica, al fumetto, ai videogiochi o al cinema.



- C'è veramente spazio per la letteratura su internet e ci sono i tempi giusti per la ricezione e la riflessione?
Per quanto riguarda la ricezione, stringerei il campo alla narrativa, che è il vero problema, dato che non produce informazione e dato che un racconto non può essere piegato alle esigenze di brevità e incisività di scrittura che pretende il web. Ad essere sincero non credo che il luogo migliore per leggere un racconto sia uno schermo: è evidente che la carta e gli e-book reader siano i supporti più adatti per la lettura. Però qualcuno disposto a farlo c'è, a patto che il racconto sia buono. E quindi perché no? Senza contare che si sta cominciando a diffondere, col solito ritardo rispetto ad altri paesi, la pratica di riversare i post che interessano su tablet ed e-reader. Quanto alla riflessione non ne farei una questione di "tempo". Fuori dal web non ci capita mai di avere così tanto tempo per riflettere su quello che si ha da dire come quando si lascia un commento in un blog o si scrive un post. Che poi la gente ne approfitti per dire cose sensate o meno è solo una questione di intelligenza personale.

- Mi è sempre piaciuto pensare che le mie riviste di carta preferite avessero un personaggio attuale o del passato, realmente e esistito o di finzione, come guida spirituale, santo protettore, padrino ispiratore. Quello di "inutile" chi sarebbe?
Senza dubbio Dave Eggers. Non c'è un motivo valido per fare una rivista letteraria qui da noi, come in qualunque parte del mondo, se non sognare di mettere in piedi qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile a McSweeney's o a The Believer.

- E se dovessi pensare a un artista musicale indissolubilmente legato alla rivista, chi diresti? Che musica si ascolta ultimamente nella redazione di "inutile"?
E qui è un vero casino. Dunque, per spirito direi che la cosa cui assomigliamo di più è Joe Strummer. Non nella fase figa, con i Clash, ma in quella sfigatissima, quando suonava con i Mescaleros. In un documentario ho visto che prima di un concerto, nel pomeriggio, andava in giro a distribuire biglietti gratis e la gente non lo riconosceva o addirittura lo schivava, e lui ci rideva sopra. Quello è il mood giusto, sempre. Detto questo, va chiarito che i Mescaleros non li abbiamo mai ascoltati. Non vorrei che ci immaginaste a leggere poesie sudamericane a piedi scalzi attorno ad un falò. Quanto agli ascolti degli ultimi mesi: Matteo viene dal metal dei Savatage ma di recente si è preso una cotta per i New Pornographers e Neko Case, Nicolò ascolta i Justice, Giacomo in questo momento è a NewYork che cerca in tutti i modi di intervistare il suo alter ego Sufjan Stevens, io mi sono ammosciato tantissimo e riesco ad ascoltare solo Dente, Julian Lynch e i Califone, ma è colpa dell'autunno torinese; Marco, anche se non ci sentiamo da mesi, avrà di sicuro Jeff Tweedy in cuffia; Nando qualche nordico, o gli Sexi Sushi. In ogni caso il nostro fornitore di fiducia e Alessandro Milanese, che nella sua vita precedente lavorava nella distribuzione: è pieno di aneddoti e ne sa a pacchi. Le recensioni sono tutte appaltate a lui.

venerdì 4 novembre 2011

Call it Album Release Party


A Classic Education stasera presentano al Covo il loro nuovo primo album sulla lunga distanza, il infuocato Call It Blazing, già sugli scaffali e nei negozi online dei due emisferi del globo grazie alle etichette italiane La Tempesta e Tannen, l'americana Lefse e la giapponese Moor Works.
Ad aprire il concerto degli italo-canadesi ci saranno i Be Forest, gli orsacchiotti polari di casa wwnbb.
A seguire i due live, Enzo Polaroid Baruffaldi e il sottoscritto a mettere una tonnellata di dischi per far ballare il gate 2. Il compagno di consolle dirà di certo "ci si vede a banco", io gli rispondo "occhio, scotterà anche quello".

A Classic Education - Baby, It's Fine
A Classic Education - Forever Boy

event: fb (1/2) - lastfm

lunedì 31 ottobre 2011

Pumpkin as me


Non avete ancora intagliato la zucca di Halloween e volete sorprendere la vostra bella e i vostri amici? Vi è piaciuto da matti l'ottimo Bad As Me, il nuovo album di Tom Waits? Rimettete su il disco e ecco il template per intagliare la pumpikinhead con il busto del maestro! 

mercoledì 26 ottobre 2011

Summer Camp here we come

Continua il mio personale love affair con i Summer Camp. Oggi vi porgo, via LessTv (ricordatevi di seguirla su Città Del Capo ogni lunedì sera), il video del singolo Down (ne avevamo parlato qui): una festa di Halloween in scene in loop, una gif dietro l'altra in pratica, lo stato dell'arte della fotografia ai tempi di tumblr.



La sorpresa, proprio mentre scrivo, è lo streaming dell'intero album Welcome To Condale (ne avevamo parlato qui), sul Guardian e Prefix. Preparate i fazzoletti, ascoltatarlo è un po' come riguardare al buio il filmino delle vostre vacanze del lontano 19*9.

martedì 25 ottobre 2011

TWERPS!

Twerp: A younger kid that is an annoying pest. (Urban Dictionary)


La cosa più bella della scorsa settimana è arrivata a quasi tempo scaduto, in una pigra domenica pomeriggio. E' planata dopo un lungo viaggio partito dall'Australia nel 2008 e poi, finita nelle mani di quei sognatori applicati alla discografia indipendente di Underwater Peoples, è arrivata a noi. E' il disco d'esordio dei Twerps, quattro "fastidiose piccole pesti" che tengono insieme con lo spago più sfilacciato che potete immaginare il kiwi pop (la Nuova Zelanda si può ammirare molto bene dal molo di Melbourne), le proverbiali chitarre a bassa fedeltà dei Novanta e secchiate di malinconia da Smiths o Wedding Present. I Twerps suonano ogni canzone come fosse l'ultima e stessero già per congedarsi in silenzio dalle scene, con una devastante gentilezza, da un angolo di mondo che non intersecherai mai se non sai dov'è nascosto, un posto dove nessun rivista musicale ti guiderà mai con troppo entusiasmo. Da dovunque li guardi sono vulnerabili: voci instabili, cori avvinazzati, rime incompiute, chitarre storte, un passo che inciampa nelle code strumentali, riferimenti al passato ingenuamente telefonati, tanta, troppa sincerità per essere veri. Un disco che pensi subito a che posto piazzare tra i migliori dell'anno, con cui addormentarti stanco e svegliarti presto al mattino, da sperare che sia lungo tre mesi e più, da non voler uscire più di casa, nell'attesa che, finito l'ultimo brano, sia andato via per sempre anche il freddo.

Twerps - Twerps

venerdì 21 ottobre 2011

Nata nell'89 intervista I Cani

In occasione della doppia data de I Cani al Covo Club di Bologna ho pensato di fare una chiacchierata con il titolare della band. Ho chiesto di svolgere però il divertente compito a una ragazza nata nell'89, Elena "Infetta" Mariani. Contavo in una intervista a mente fredda, a distanza dal boato dell'uscita dell'album, Il sorprendente album d'esordio de I Cani, rilassante come una sosta lungo l'autostrada del sole, nel mezzo di questo primo tour del gruppo romano, molto atteso in tutta la nazione. In realtà la nostra Infetta è un peperino e, nonostante le mie raccomandazioni, alla fine il dibattito l'ha accesso. Ma lascio a lei la parola...


De I Cani ho sentito parlare la prima volta nel luglio 2010, proprio prima delle vacanze. Scaricai "I pariolini di 18 anni" dalla compila di Rockit.it ed impazzii dal primo istante. Questo è il mio inizio, ma è un po' quello di tutti i fan de I Cani. 
I Cani sono diventati la band più ricercata ed acclamata del web e dell'editoria italiana. Chi sono i Cani? Che mangiano 'sti Cani? Dove stanno 'sti Cani? Poi l'annunciazione. 
Come la luce che sprigionò l'Arcangelo Gabriele sul corpo vergine di Maria, I Cani si mostrarono al pubblico della domenica al Mi Ami Festival. Innumerevoli furono le interviste a I Cani: sulla loro musica, su ciò che li ispira, sui film, sulla letteratura, sul loro nome, etc etc. 
Così, quando Federico (compagno di merende su Vitaminic e sostenitore del mio stile ghetto-maccheronico) mi ha chiesto di pensare a una possibile mia intervista a I Cani, risposi candidamente "Io? Cosa dovrei chiedergli? Senza contare che sono del tanto odiato anno '89, voglio davvero sentirlo ringhiare?" 
Così, essendo la mia prima intervista, ho pensato di prenderla da pari. Da esordiente ad esordiente, da citazionista a citazionista, da osservatrice ad osservatore. 
Questo è quello che ne è venuto fuori:

- Io ero presente al vostro primo concerto al Mi Ami e mi è sembrato di far parte di un avvenimento speciale. La collinetta gremita di fans, i giovanissimi con scritto I CANI sulla fronte fatta con il pennarello nero, quelli più grandi che facevamo paragoni, i curiosi e gli storcianaso. Come avete vissuto quel primo momento di realtà come progetto musicale? Quando ti sei tolto il sacchetto dalla testa (momento che mi sono persa a causa del mio metro e mezzo scarso) c'è stato un boato di flash e risatine, ti sei sentito un po' come Justin al Super Bowl quando fa magicamente apparire il seno di Janet Jackson
Sinceramente in quel momento mi stavo solo cagando sotto terribilmente, visto che sono una persona abbastanza facile all'ansia e credo che quella situazione avrebbe agitato chiunque. Esibirsi per la prima volta di fronte a così tanta gente è abbastanza raro, in genere quello che succede è che un gruppo inizia a costruirsi una base di pubblico con i concerti e cresce piano piano, invece noi siamo partiti subito con un concerto "grosso". Le incognite tra l'altro erano tantissime sia a livello emotivo che tecnico. Mentre montavo il palco mi tremavano le mani. Quindi a dire il vero il momento in cui mi sono tolto la busta non me lo sono "goduto" particolarmente, ero solo terrorizzato, ma ricordo il piacere di riuscire a respirare liberamente.


- Oltre all'album, "sorprendente" è il modo con cui hai cercato di superare il problema "immagine del gruppo", celando cioè la tua identità. Permettimi di raccontarti un aneddoto. Quando avevo 16 anni ero innamorata di un mio amico, ma non volevo si sapesse. Ero solita disegnare le disavventure che mi succedevano e lui veniva sempre raffigurato con un sacchetto di carta in testa, perché non volevo che le mie amiche facessero domande. In realtà coprendolo ho ottenuto l'effetto contrario, cioè una grande curiosità. Al di là del patetismo dei miei 16 anni, direi che con voi è successa la stessa cosa, no?
Sì, è successa la stessa cosa e devo ammettere di essere stato ingenuo a 24 anni quanto tu lo sei stata a 16. Da una parte non me ne pento, perché l'idea di diventare un personaggio dell'indie italiano con migliaia di amici su facebook continua a terrorizzarmi, dall'altra mi rendo conto che in questo modo ho aumentato la curiosità e dato uno strumento in più a chi mi vuole insultare: un fenomeno che mi inquieta abbastanza è che in molti degli insulti che sono girati su internet viene usato il mio nome e cognome, probabilmente proprio perché ho detto che è una cosa su cui mi sento vulnerabile.

- La trovata del sacchetto in testa, l'impossibilità di riconoscersi nell'immagine del cantante, ma solo nei testi, ha davvero sorpreso il pubblico. O meglio, ha sorpreso molto qui, in Italia, però in realtà la potenza del valore dell'anonimato lo ritroviamo in musica con i Residents, in letteratura con Thomas Pynchon e anche nella moda con Martin Margiela. Secondo te perché ha stupito così tanto? Ragionare sulla tua immagine mi porta a riflettere su un problema laterale della scena della musica italiana: secondo te perché, in Italia, i musicisti si ostinano a fregarsene dell'immagine? Perché non si riesce ad associare l'idea che la cura di un'immagine coerente aumenti la potenza del gruppo, della musica e del messaggio? Di che cosa ci si vergogna?
Riguardo alla storia dell'anonimato penso una cosa abbastanza cinica, ovvero che avuto come principale effetto collaterale "positivo" quello di dare qualcosa da scrivere ai giornali generalisti. Mi piace pensare che per il pubblico, invece, quello che abbia contato siano state le canzoni e che l'anonimato sia solo un aspetto incidentale. Per quanto riguarda i gruppi italiani, non ho l'impressione che curino poco l'immagine quanto che la curino male: raramente ci sono delle buone idee dietro, e ancor più raramente queste idee possiedono quell'insieme di radicalità e spontaneità che le rende funzionanti. D'altra parte non credo che l'immagine possa salvare un progetto musicale poco interessante, quindi credo che il problema nella maggior parte dei casi sia una scarsità di idee a priori.


- Sempre a quel famoso primo concerto, mi ricordo che ci si riferiva a te come il nuovo SILVIO MUCCINO della scena romana. Prima di vomitarmi addosso, riflettiamo sull'accaduto. Parlavamo ovviamente del primo Silvio Muccino, quello poco radical chic, che recitava in "Come te nessuno mai" che è un film che ha fatto scuola nel far capire le divisioni sociali tra gli adolescenti. Per esempio: io ricordo molto bene la scena in cui Silvio e Ponzo racchiudono, in un minuto e mezzo di girato, l'intera questione sul vestiario dei giovani a Roma. Una spiegazione facile e pulita. Ti senti un po' come Silvio e Ponzo in quel minuto e mezzo? Capace di raccontare una scena romana (ma che alla fine, con nomi diversi, è nazionale) che fa ridere e annuire chi ne è dentro e chiarire le idee a chi ne è completamente fuori?
Il merito di quella scena è che non tratta "i giovani d'oggi" come una massa informe di cui parlare in termini generici, ma fa lo sforzo di operare alcune distinzioni, per quanto si tratti di distinzioni abbastanza scontate per qualsiasi adolescente romano di quegli anni. Secondo me in generale riuscire a dire tre o quattro cose obiettive su un tema che si conosce bene (per quanto sia un tema "piccolo" come le mode degli adolescenti romani di fine anni '90) può valere molto di più del cercare di dare risposte definitive alle grandi domande universali (con il relativo rischio di dire banalità). Purtroppo molta cultura italiana invece ha la tendenza a fare questo polpettone melodrammatico in cui si mette dentro politica, esistenzialismo, passatismo e retorica dei buoni sentimenti. Io preferisco dire un paio di cose a proposito del mio quartiere di cui sono ragionevolmente certo.

giovedì 20 ottobre 2011

Ancora Summer Camp


Del primo album dei Summer Camp avevamo già anticipato il titolo, la copertina e il primo singolo, Better Off With You. Continuiamo a seguirli, nella fervida attesa di posare le orecchie sull'intero LP e arrivare con la giusta preparazione a vederli dal vivo il 5 Novembre al Covo di Bologna (il giorno prima all'Animal Social Club di Roma).
In questi giorni il duo di Londra ha rilasciato Downun nuovo brano in anteprima su Paste e lanciato anche un sito molto particolare all'interno del quale si trovano contenuti diversi, come una rivista, un blog fotografico e dei video di repertorio, che tratteggiano bene la scenografia attorno al quale dovrebbe girare il disco, Welcome To Condale. Suonando invece in session semi-acustica per il famoso Daytrotter, lavano via la malinconia patinata dei synth anni 80 e trasformano i brani del primo bellissimo Young EP in qualcosa di più artigianale e intimo. Persino la cover di Whole Wide World assume dimensioni da cameretta e non sembra la hit punk new wave che invece è.

Summer Camp - Down

martedì 18 ottobre 2011

Giacchetta di raso tutta la vita!


Drive, il film che sta sbancando i botteghini, unendo in sala tamarri e intellettuali d'essay e facendo gridare al capolavoro anche la mia vicina di casa ottuagenaria, ha come protagonisti un destabilizzante-per-l'eterosessualità-maschile Ryan Gosling e la sua giacchetta di raso con lo scorpione dorato intarsiato sul dorso. E' proprio sul singolare capo d'abbigliamento che verte questo interessantissimo articolo con intervista alla costumista del film, rimbalzato dalle pagine del sito di ESPN sui miei shared di gReader. E noi ci siamo scatenati con i commenti: Enzo cerca conforto nella Donna Di Prestigio, Anna di Sunday Girl tira in mezzo Jonathan Pierce dei Drums, cita me come unico estimatore "di una tamarrata del genere" e mi regala la gif animata qui sopra.

L'argomento si complica ora dopo ora, feed dopo feed.
Ora che i bomber di satin torneranno di moda, smetteranno gli haters di prendere in giro il look del frontman del gruppo di Brooklyn?
E Gosling, che già suona in una band, avrà mica in mente di imitare Pierce sul palco, o peggio, proporgli un side-project?
Le risposte a queste domande (forse) le avrete oggi in diretta in una puntata speciale di "polaroid alla radio", con Horrible Present a suonare dal vivo, a cui non voglio proprio mancare!

College feat. Electric Youth - A Real Hero
  College ft/ Electric Youth - A Real Hero (MegaMan and Panic City remix)

lunedì 17 ottobre 2011

Jarvis Cocker rappresentante d'istituto


Niente interviste sulle reti nazionali, reading nel centro di Londra o anteprime sulle pagine di NME. Per presentare il suo primo libro, Mother, Brother, Loverla prima raccolta di testi dei Pulp con i suoi commenti, Jarvis Cocker dei Pulp ha scelto l'aula magna della The City School, la scuola di Sheffield dove per la prima volta, nel '78, ancora studente, con i Pulp aveva tenuto il suo primo live. Proprio davanti a un pubblico di sbarbi - chissà quanto consci della caratura del personaggio che li intratteneva -, Jarvis ha condiviso riflessioni sulla vita e la carriera da musicista e suonato un paio tra i primi pezzi composti in tenera età. L'occasione è stata buona per l'idolo del britpop anche per restituire alla biblioteca scolastica libri presi in prestito qualche decennio prima. Pare senza multe aggiuntive.



In realtà un'anteprima del libro c'è stata. Sulle pagine del Guardian si può leggere un bellissimo estratto.

venerdì 14 ottobre 2011

Maps V Party


Si conclude oggi la settimana di festeggiamenti del quinto compleanno di Maps. La trasmissione cardine dell'intrattenimento musicale pomeridiano di Radio Città Del Capo, in onda ogni giorno dalle 15.30 e nella quale ogni Lunedì mi ritrovo a far compagnia al maestro Francesco Locane e all'eminenza grigia Jonathan Clancy, stasera farà esplodere in festa il Covo per celebrare il suo quinto anno di attività.
Alla consolle del gate 2, dopo gli attesi live di Soviet Soviet e Welcome Back Sailors, ci sarà la squadra di Maps al completo a provare di riempire la pista e raccogliere richieste danzanti. Tutti gli ascoltatori sono invitati, ma soprattutto c'è tempo per loro di vincere le ultime due entrate gratuite insieme a una grossa manciata di dischi, telefonando in diretta e rispondendo a una facile domande proprio sui Soviet Soviet, la band pesarese che sarà intervistata in diretta. Tutte le info qui.
Come and say Hi Maps! Ma anche Hi Alan McGee va benissimo.

giovedì 13 ottobre 2011

Stalking/Waiting for Jens


Unknown, Lincoln Hall, Chicago, 3 Ottobre



Pocketful of Money, Music Hall of Williamsburg, New York, 7 Ottobre



That's The Love Is, Ten City cover, con Geoffrey O'Connor, Music Hall of Williamsburg, New York, 7 Ottobre


-- Jens Lekman -- 

 Milano, 27 Ottobre 
 (fb/lastfm)

mercoledì 12 ottobre 2011

Beneath The Reach Of Light



Dove, in che mondo parallelo, all'oscuro dell'esistenza del progetto solista del musicista americano di lungo corso Sam Cohen, ho vissuto, dal giorno dell'uscita di The Color, suo album di debutto sotto il moniker di Yellowbirds, fino ad oggi?

martedì 11 ottobre 2011

Zumutung!


"Una volta tutto quello che vedete qui intorno era indiepop, e noi, all'epoca, saremmo diventati leggende", sembrano cantarci tra le righe i gemelli Sandberg, mostrando dalla finestra della loro camera il panorama marrone di Glasgow. Titolari e leader bifronti di Wake The President, Erik e Bjorn sono i due fratelloni svedesi naturalizzati scozzesi che ci rapirono dal vivo nella chiesetta dell'Indietracks ai tempi dell'esordio You Can't Change That Boy. Li abbiamo rincontrati agli ultimi Indiepop Days berlinesi proprio mentre davano alle stampe il secondo album. In Zumutung! li ritroviamo più maturi e, tra i familiari She Fell Into My Arms e Elaine, ci lasciano anche il rock stretto di This Is New e cose meno immediate come Stockholm's Archipelago, dove l'atmosfera prevale sulla melodia e le code strumentali puntano verso un angolo della Scozia vicino al post-rock dei primi Mogway.
Sono giorni difficili tuttavia da quelle parti, e l'album risulta una vittoria a metà. Purtroppo Glasgow ha smesso di essere l'eldorado musicato dalle chitarre dei Delgados, i Belle and Sebastian non reggono più il ministero come una volta e persino Edwin Collins ha abbandonato la città e il ruolo di middle class pop hero per darsi a salotti londinesi più patinati e lavorare in studi di registrazione dove i giornalisti di NME sono fuori a fare la fila. Il miglior commento al disco credo sia proprio lo statuto - ripreso da Vic Godard - dell'etichetta che lo pubblica: "If things are tough, we can still picnic".

 Wake the President - She Fell into my Arms

Wake the President - Elaine

venerdì 7 ottobre 2011

Zuni weekend


Il weekend ideale? Dal giovedì al lunedì e i restanti due giorni di riposo. Che poi è un po' ciò che si realizza questa settimana al circolo Zuni di Ferrara grazie a un programma fitto di dj set, concerti e mostre. Stasera c'è il sottoscritto a mettere un po' di dischi dall'ora dell'aperitivo con una selezione musicale dal controverso sottotitolo citazione "The Beatles were just a band". Sabato Vostok 1 dj set e domenica invece c'è il classico sunday gig di Zuni dove i pesaresi Be Forest, freschi di tour europeo, porteranno un freddo new-wave nella città estense. Grande attesa lunedì per i Telescopes, inglesi storici capostipiti dello space-shoegaze rock che rifanno, dopo averlo suonato anche all'ultimo ATP, l'intero album Taste. Tutti i concerti e dj set da Zuni cominciano alle 20 e sono gratuiti con tessera Arci.

Daft Punk Vs The Beatles - Something About Us Comes Together