lunedì 29 giugno 2009

Sturm und Drang elettropop

Non ricordo tutti i passaggi e come ci sono arrivato, ma cosa certa è che era l'inizio dell'autunno quando capitai sullo space de Le Rose. Nel player c'erano ancora i demo, poche informazioni sulla band e un sacco di riferimenti musicali sotto forma di album di artisti italiani degli anni Ottanta. Visto che l'anagrafe non mi aiutava, al primo ascolto pensai piuttosto a nomi contemporanei come i Baustelle. Ma qualcosa mi riportava invece all'infanzia, ai pomeriggi in macchina e a una voce che veniva spesso fuori dall'autoradio, era di Antonella Ruggiero dei Matia Bazar e lei, diceva mia mamma che mi spiegò chi era, in Italia non aveva rivali.

Le Rose sono un duo, lui-lei, Flavio e Andrea di Roma, da poco venuti fuori con un 7'' Mi Dice Sì / Schumann per la talent scout label fiorentina Pippola Music. Il posto più giusto sarebbe stata la radio, ma dal momento che l'etere non è disponibile abbiamo provato a ospitarli qui con una breve intervista. Visto che siamo cavalieri la pubblichiamo dopo quella uscita sulle pagine di D di Repubblica.

Il vinile è blu, le canzoni a tratti viola, il colore delle Rose scopritelo voi nell'intervista...

- Vi rendete conto della potenzialità sinestetica del vostro nome? Qualora mi chiedessero cosa stia ascoltando ultimamente direi "Ascolto Le Rose". E' una risposta con un suo valore poetico, evoca due sfere sensoriali differenti in un'unica immagine piuttosto inedita.
Sei sicuro siano solo due? Quali, poi? Vista e udito? Noi abbiamo pensato anche al profumo, alla morbidezza e al sapore di un fiore in bocca.

- Mi raccontate la vostra storia come band e quali sono i ruoli all'interno del duo con aneddoti e sfumature gossip?
È una storia molto semplice. Ci siamo conosciuti durante una jam con altri ragazzi, nello studio di registrazione di Manuel Cascone, a via Capo d'Africa. Prima frequentavamo gli stessi posti, avevamo pure degli amici in comune, ma fu soltanto la musica ad avvicinarci. L'idea di partenza era un duo tastiere e voci, musica intimistica e d'ascolto. Qualcosa di opposto a quello che entrambi separatamente avevamo portato avanti con i nostri precedenti progetti. Vedersi alle prove era liberatorio, perché potevamo finalmente dare sfogo alle nostre aspirazioni pop. Partimmo dalle nostre canzoni fatte ascoltare ancora a nessuno. Venivano bene e allora invitammo gli amici alle prove. Il primo pezzo vero de le Rose fu un pezzo con pretese cantautoriali, MrBlue. Seguì il primo concerto al Fanfulla 101, un locale ormai famoso nella Roma by night. Ci eravamo dotati di tastiere di tutti i formati e le generazioni e synthetizzatori. Il pubblico fu conquistato dalla nostra spontaneità e timidezza e intravide il nostro ascendente dance. Eravamo in embrione, eppure qualcosa era arrivato.
Oggi,l'attitudine è rimasta la stessa. Non ci sono ruoli definitivi: le Rose sono un box di giochi in cui due bambini si scatenano.

- A guardare e sentire il vostro myspace si intuisce presto di che decennio vi sentiate più figli, gli anni 80. Preferireste essere nati da un'ammucchiata tra Matia Bazar e Baustelle oppure da una sveltina tra Alberto Camerini e la Rettore?
Gli anni 80 sono stati un gioco, ma molti non l'hanno capito. Ora siamo già stanchi di questo cliché. È un fatto puramente estetico, ma non essenziale. La nostra musica da un punto di vista tecnico sonoro è contemporanea. Lavoriamo col PowerBook e con macchine nuove. Viviamo la realtà del blog. Ci vestiamo stando attenti alle mode, ma usando la fantasia, per inventare il modo di superarle. Siamo cresciuti insieme agli amici mangiando musica, nei pomeriggi oziosi a casa con lo stereo. In particolare, l'amore per la musica italiana del passato, ha fatto venire voglia pure a noi di scrivere le canzoni. Però prima dovevamo capire il linguaggio della nostra generazione, come hanno fatto Garbo e Camerini. Il linguaggio non si inventa mai tutto daccapo, ma si trasmette da un'epoca all'altra. Il revival degli anni 80 è stata una tendenza di qualche anno fa che ora va già scemando e si trasfigura in movimenti creativi nuovi. In realtà per le Rose è stata molto importante una cultura musicale contemporanea, quella della micromusic, che Flavio suona ormai da anni.

- I primi singoli Mi Dice Sì e Schumann pubblicati in un 45 giri per Pippola Music sono due brani di elettro pop essenziale, dai testi romantici, decadenti e in italiano. Si possono prendere come esempi su come suonerà il prossimo album in uscita ad Ottobre sempre con l'etichetta di Firenze?
Sì, ogni pezzo racchiude in sé l'anima degli altri. Li abbiamo scritti sull'onda della stessa ispirazione, che è durata più di un anno, tra prove, indecisioni, correzioni. Raccontano la nostra vita, sturm und drang e bohemien.

- Qual'è il vostro rapporto con Roma? E' un'influenza nella vostra musica la miriade di immagini, luoghi e colori diversi che offre la città eterna?
Roma è infinita. E' malvagia e amorevole, ti accarezza e ti sbatte. Siamo ragazzi segnati dalla vita caotica in questa metropoli. Tutta la nostra bellezza è in questa città.

- E se qualcuna s'innamorasse "del primo che le capita" mentre suona in sottofondo una vostra canzone? Missione compiuta?
Già, è il potere della musica, nei dancefloor, dove qualcosa muta nella percezione. È il “Lasciarsi fare”, il lasciarsi andare ad una flessione della volontà, per perdersi in uno sguardo, qualsiasi, purché caldo e umano. Certo questo non basta a sentirsi meno soli, al massimo non più soli degli altri. Mi Dice Sì è un pezzo stridente e sensuale, forse decadente, se bellezza e tristezza lo sono. Sì, se a qualcuno venisse voglia di fare l'amore ascoltando Le Rose, missione compiuta.

(♫) Ascolta Le Rose

domenica 28 giugno 2009

Sunday morning réveil
hey you! parents out! you better play loud!
[da Songs For Tuesdays, dal 14 Luglio su Slumberland]

mercoledì 24 giugno 2009

A love letter from Air France

"Gli Air France spostano Göteborg nelle Baleari", lo scrivevo giusto un anno fa ma già in più parti, P4K in testa, non si parlava del duo svedese senza tirare fuori Ibiza, l'house e gli anni novanta.
Göteborg è la città dove Joel e Henrik si trasferirono assecondando l'infatuazione contemporanea per una coppia di gemelle. Finita la storia con le ragazze credo proprio abbiano cominciato quella più lunga e radicata con il posto meridionale che li aveva accolti e stretti al suo petto. La dedica alla città svedese è un progetto musicale intitolato GBG Belongs To Us. Apertamente ispirati dai loro idoli dell'adolescenza, i Saint Etienne di London Belongs to Me, sono affetti dalla stesso attaccamento morboso per lo spazio urbano. "Geography and architecture are essential elements of pop", la musica come mezzo per riappropriarsi degli spazi, altrimenti sacrificati ai mostri dell'edilizia.

GBG Belongs To Us è un atto d'amore multimediale in tre parti.
Nella lettera la mappa di Göteborg diventa un taccuino per cerchiare in rosso i luoghi dove "it well worth the trip": il barbiere Hasse, la foresta di Delsjö (sulla quale Jens è invitato a scrivere una canzone), il club preferito Livet, dove non si ricorda una serata una andata male, lo stagno nel campus dell'accademia d'arte che vide il moniker Air France nascere. Persino un luogo segreto, senza indirizzo, dove l'amico Victor organizza i party, workshops e le conferenze illegali in mezzo alla natura. Dovessi capitare in città stamperei tutto, ci sono anche i numeri dei bus su cui saltare per perdersi e poi chiedersi "do you ever wonder where we've been?"

E Göteborg è anche lì, nel brano che ricrea l'atmosfera e i colori sfumati del tramonto giù al molo. Con una mano impegnata in effusioni sotto la polo, nell'altra il cocktail, il vento tra i vestiti, l'unico limite al completo abbandonarsi diventa la banchina. La voce lasciva è di Roos delle Cat5, sirena tentatrice che passa tra i tavolini e scompare con il ritmo leggero del sinth e del piano che le fanno da segnapassi. E' diretta altrove, in altri luoghi per distrarre inconsapevolmente altri sguardi di altri amanti.
La città appartiene a loro e "to everyone who's heart skips a beat at the sight of an intersection, feeling dizzy at the amount of routes available, and to everyone who believe that a city is not just a home, it's a lifelong companion."



(♫) Air France - Gbg Belongs To Us

lunedì 22 giugno 2009

We'll never feel that anymore

La leggera sensazione di testa vuota dell'ultimo week-end è stata perfettamente circondata da un'adeguata colonna sonora, un pugno di canzoni che casualmente sono finite in fila nell'ordine giusto nel player del pc. Uno dei pezzi ad aver accompagnato questi pomeriggi è stato allegato al post precedente, una roba da sentire mentre si trita il ghiaccio per i mojito fatti in casa e che è servita anche a coprire il vociare dei turisti che entrava dalle finestre aperte sulla strada.

Poi è arrivato questo brano dei Weezer rifatto da The Calorifer Is Very Hot. Ma non sono mai impazzito per la band di Cuomo, mai piaciuta troppo Island In The Sun, ricordo che il video, firmatissimo scopro, non mi piaceva altrettanto.
Al contrario, questa versione "Cassero Limited Edition" realizzata dai kids di Ferrara mi pare richiamare alla grande la pigrizia e il desiderio di isola deserta invocati nel testo -la voce di Nicola è ottima in questo- e si candida a degno brano di chiusura della giornate in spiaggia. E preferisco pure il tappeto di battiti elettronici su cui si sdraia tutta la cover alle chitarre aperte dei Weezer da classifica. Chissà che se accelerata non possa andare bene per riprendere fiato persino sul dancefloor estivo. Come augura il Calorifero, "Peaceful laziness to everybody!"
[pic]

(♫) The Calorifer Is Very Hot - Island In The Sun (Weezer cover)

domenica 21 giugno 2009

Sunday morning réveil
I ♥ NY MALAWI

domenica 14 giugno 2009

Sunday morning réveil
Girls smell like summer

venerdì 12 giugno 2009

dog face
dog face
you say it right
when you're about to come
i walk outside

dog face
dog face
don't leave me high
cause our time's too short
to be sacrificed

[Death In Donut Plains - Meanwhile] | [pic]

mercoledì 10 giugno 2009

God help the frog

E' partita la crociata God Help The Girl. Con l'uscita del video del singolo Funny Little Frog - brano già presente su The Life Pursuit ma originariamente pensato per far parte proprio della attuale pop opera firmata da Stuart Murdoch dei Belle and Sebastian - possiamo finalmente manifestare l'ufficiale impazienza di avere tra le mani l'album e altro vario materiale in uscita di qui fino a Natale.
Questa versione di Funny Little Frog rispetto alla sorella maggiore è super orchestrata, cantata da una voce femminile espressamente soul e rallentata quanto basta per una farci una camminata in riva allo stagno. Lemme lemme mi ha quasi convinto che sia meglio della precedente. Starebbe bene se lasciata andare nell'etere, volesse il cielo programmata da una radio di respiro nazionale, ascoltata appena svegli su una trasmissione del mattino. Ci conto.



(♫) God Help The Girl - Funny Little Frog
(♫) Belle and Sebastian - Funny Little Frog

domenica 7 giugno 2009

Sunday morning réveil
Symphonic version

venerdì 5 giugno 2009

I hate you both, Ebay and Rapidshare

Che sarà mai, pensi. Ti fai una risata ché ti senti al passo e figo un tot a conoscere bene le risorse illimitate di Rapidshare. Ma niente, del brano You Tend To Forget pubblicato dalla label svedese Service per i tuoi amati Embassy non si trova ombra di mp3 in free download. Nemmeno a distanza di tre mesi dall'uscita; anche se il termine è improprio dal momento che gruppo ed etichetta hanno deciso di pubblicare un numero di copie in vinile del singolo pari a tre e venderle su eBay a causa della "total inflation which reigns within today’s pop music since it is copied and distributed unlimited through computer duplication".
L'idea è fruttifera, elitaria e un po' stronza. Anche infantile, sì. Per fortuna da qualche giorno c'è il canale di YouTube della band.

giovedì 4 giugno 2009

Thousands Millions again!

Torna il trio più college rock d'Italia! I salentino-bolognesi Thousands Millions fanno sapere che sono pronti a riaccendere le spie, dopo solo una breve pausa visto che il loro primo album, Here and Back Again, ha visto la luce giusto un anno fa. Rick Hool, Moreno e Mr Kulledge irrompono senza preavviso con tre nuove canzoni che vedremo piazzate nel prossimo album.
Alone Again, Treson e Similar To Me è un trittico di rock pop con lo sfondo a stelle e strisce e con un solido sound diretto e potente, forse ancor di più di come lo ricordavo. Si possono ascoltare sul nuovo sito della band.

Felice poi di leggere che i Thousand$ Million$ (scrivetelo così che faffigo e allungate le "s" quando li consigliate ai vostri amici) apriranno la rassegna a base unica di musica italiana del Mi Ami, venerdì pomeriggio in quel del Magnolia.
E rompo anche un velo di discrezione, se siete in zona Bologna consiglio di invadere pure la casa di Tone e Brasi, i ragazzi di Odelay, che zitti zitti per sabato sera hanno messo su un altro secret show. Mi chiedo cosa rimarrà del loro salotto ora che ospiteranno a suonare questi tre conterranei punkettari. Io che non posso esserci recupero comunque il live in diretta su Radio Flo. Avanti così!