Nel giro di poche ore sono incappato in due cover di Wicked Game, singolo milionario di Chris Isaak e brano feticcio per David Lynch. Di Washed Out sappiamo già tutto, il musicista dream pop americano a buona ragione si prende questa hit degli anni Novanta e ne fa una questione di famiglia. C'è anche sua moglie infatti, che non avrà i contorni fisici di Helena Christensen, ma con quelli vocali se la cava egregiamente. Widowspeak invece è la nuova scoperta di Captured Tracks, trio di casa a Brooklyn, oggi in anteprima su Fader. Gentile voce femminile e melodie sognanti sulle chitarre lente dei Television. Roba che potrebbe diventare proprio la nuova ossessione del regista visionario di cui sopra.
Chiamatela anteprima, teaser, primizia. C'è un titolo che suggestiona un bel po', Call It Blazing, e uno sfondo musicale mai sentito prima su cui scorrono sporche delle immagini lungo quella che può essere una highway americana. Siamo solo all'un per certo, restiamo sintonizzati sul canale e non vediamo l'ora che il loading sia finito, il che potrebbe significare una sola cosa: nuova uscita discografica per gli A Classic Education.
Dopo averci accompagnato per un intero anno, la rubrica il Disco della settimana di Maps, sigillo di qualità per le nuove uscite discografiche, arriva al suo ultimo appuntamento stagionale. Come ogni anno, tutte le session delle band che di passaggio da Bologna hanno riempito gli studi di Città del Capo Radio Metropolitana con le loro performance dal vivo sono tutte in download. Molte di queste sono già state immortalate da Less Tv. Ora potete metterle nell'ipod e andare al mare. E che Maps sia con voi.
Due singoli antiradiofonici, due ballate oscure, due ninnananne malate da sei minuti. In poche ore i Girls e le Dum Dum Girls, hanno spento il sole su tutta la costa ovest americana, stendendole addosso un pesante tulle nero. Da San Francisco a Los Angeles, alla faccia della frivolezza à la best coast e le ragazzate da king of the beach, questa triste eclisse solare procede per accordi minori e su code strumentali da vecchio rock anni 70. Anche se dopo il primo ascolto sono corso a ricordarmi su youtube come era Lovesong dei Cure, la seconda metà di Vomit sembra venuta fuori da una registrazione scartata dai Pink Floyd affiancati da un coro gospel; Coming Down ricorda invece molto da vicino le brillanti disperazioni dei Pretenders. Ciascuno degli autori ha sofferto in solitaria di un sentimento di perdita e con il cuore in mano, emotivamente disastrato, lo ha riversato nei testi. "If you ever had a real heart", provoca Dee Dee, "Come into my heart" risponde Chris Owens.
Do you know that expression, to make a bird out of a feather?
Un piccolo assaggio di ciò che non sarà. La definisce così, Jens Lekman, la sua prossima uscita discografica: un EP dal titolo An Argument With Myself. Delle cinque canzoni in tracklist conoscevamo solo Waiting For Kirsten, già una delle più acclamante nei recenti live. Altri dettagli del disco e della sua vita privata, indissolubilmente legata alle canzoni, nella bellissima intervista sul blog dell'etichetta Secretly Canadian. So happy we could cry.
Dopo aver rischiato di suonare per intero in diretta alla radioLove, Tears and Spiritual Blessing e aspettato il giusto tempo per far decantare le loro canzoni nella testa, ho proposto una chiacchierata a Enrico Carletti, mente e voce dei Karibean. Il trio marchigiano ha autoprodotto cinque canzoni (e un video) mentre noi eravamo distratti da chissà cos'altro di frivolo, ce le ha lasciate nel posto giusto, sapendo dove erano le nostre cose, come gli amanti si lasciano bigliettini scritti a mano nel silenzio. La musica dei Karibean ha il sorriso calmo di chi la tempesta sa come affrontarla, l'ha superata mille volte e sa quanto è bello ciò che viene dopo. Se i Beach Boys hanno nipotini ovunque, noi abbiamo i Karibean.
Ciao Enrico, partiamo dall'inizio. Chi sono, come nascono i Karibean e il primo mini album?
I Karibean sono Corrado Verdolini che suona la chitarra e Luca Gobbi alla batteria. Poi ci sono io, Enrico Carletti, al basso e alla voce. Nasciamo ad agosto 2010 nella sala prove del Loop club, che è il posto dove abbiamo registrato l'album, e che Luca e Corrado gestiscono insieme ad altri amici. In questo locale spesso ci fermiamo per delle interminabili cene, in una di quelle serate matte ho lasciato a Corrado e Luca i testi e gli abbozzi di canzoni che avevo in mente. Alla fine abbiamo registrato nove tracce e da quelle ne abbiamo scelte cinque per questo primo Ep.
Il titolo "Love, Tears and Spiritual Blessing" riprende probabilmente tre immagini legate tra di loro. Non ho molti elementi che mi spingano ad usare il termine "concept album", per cui te lo chiedo: l'EP è tenuto insieme da un comune filo conduttore?
Fondamentalmente l'EP è stato un modo per esorcizzare un paio di situazioni seriamente dolorose e (a causa anche di esse) l'incapacità di riconoscere il bene che provava per me una persona a cui tenevo. Esatto, "concept" è esagerato, "filo conduttore" va benissimo. Se non avessi scritto questi brani forse avrei fatto la fine di Matteo Montesi, il matto del paese, su youtube ci sono dei suoi video che vi consiglio. Con Corrado e Luca poi ci conosciamo da molto tempo e sono due signori, nel senso proprio ottocentesco del termine: hanno capito e compreso subito il mio umore e quello che avevo in testa.
Chi ha ideato l'artwork? Sul fronte di copertina due corpi leggeri che svolazzano come aquiloni nel cielo terso, sul retro un rinoceronte pesante, fermo e immobile.
L'artwork è merito di Tania Padovan del Soulfulstyle, studio grafico di Treviso. La contattai la prima volta per il logo della Conerobeat, la crew di dj di cui facevo parte. Fece un lavoro splendido e capì subito le mie indicazioni. Per l'EP è stato un lavoro più lungo e complesso, anche se il risultato finale appare volutamente molto semplice. Abbiamo parlato per ore di deltaplani, alte vie dolomitiche, boschi, fasci di luce, rinoceronti, onde e eroi rivieraschi. Alla fine di questi deliri, spesso epistolari, mi ha mandato quello che vedete oggi. La prima parte più sospesa è un invito a volare leggeri e possibilmente accompagnati/amati su questo gran troiaio di mondo, un pò come quello slogan della Lacoste "Un peu d'air sur terre". Nel retro il rinoceronte, animale fortunato ma anche pesante e presente, a ricordare il dolore appena passato e il fatto che non tutti siamo i latifondisti progressisti della Lacoste.
Surfista, mente e braccio delle serate Cosmic Love, avvocato marchigiano che suona pop in una band. Pensavo che questi personaggi non esistessero più o vivessero solo sulle grandi coste del sogno americano. Con quali ascolti ti sei formato e qual è stato lo spintone che ti ha fatto fare i primi salti su un palco?
Ho lasciato sul nascere la strada dell'avvocatura, per fortuna. Gli ascolti penso quelli di molti nostri coetanei, dalle sbandate epocali per Ramones, Smiths, Pulp, Blur, Beck e Beach Boys, agli oldies, il 60's pop, nuggets, pebbles, fino a cose ancora più nerd. Cosmic Love è un po' la sintesi di quegli ascolti, così come per altri versi i Karibean. La vera fortuna è stata avere due zii folli e un babbo bassista in un locale gruppettino beat. Pensa che ancora oggi suono il suo basso, uno zerosette sunburst. Quanto agli zii, uno ha migliaia di vinili tra rock, pop e ambaradan vari, l'altro è professore di musica.
Dalle tue parti il surf è una religione solo per alcuni o esiste un vero e proprio esercito? Mi racconti della tua vita da surfista?
Dunque qui rischio di attaccarti un serio bottone, come Chunk dei Goonies quando deve confessare "tutto-tutto" alla banda Fratellis "su, bambinello cicciottello, raccontaci tutto!" e lui "ma tutto-tutto, sigh! allovra, in prvima elementavre...". Fino a circa cinque anni fa è stata una passione per pochi eletti. Un manipolo di appassionati che si gelavano le palle anche al primo di gennaio nelle acque adriatiche. Ultimamente purtroppo è esplosa una moda incontrollata, ma spesso tipica della stagione estiva. Sono quelli che noi chiamiamo i "plastic surfer". I poser del surf, per capirsi. Gente che segue le mode o le situazioni per paradigmi, se non per stagioni. Senza alcuna nozione nautica o naturalistica. Io e i miei amici spesso ci svegliamo alle cinque di mattina per prendere la condizione migliore della mareggiata. Ci telefoniamo alla prima foglia di vento che vola più violenta delle altre. Quando sappiamo che sta per entrare una bombarda di bassa pressione, a mezzanotte andiamo a fare un sopralluogo al porto o sui nostri spot preferiti per controllare l'andamento reale della perturbazione. I nostri umori in quei giorni sono altalenanti: onde uguale felicità totale, non onde uguale depressione. Siccome le onde le vediamo raramente, tante volte ci spostiamo e andiamo in Toscana, in Liguria o in Lazio.
I richiami al surf pop dei '60 nel disco quindi non sono una posa. Due coordinate sulla scena surf musicale in Italia? Un po' di name dropping, please.
Ricordo che rimasi folgorato da un numero di Bassa Fedeltà, il n.7 del 1998 per la precisione, dove c'era un bellissimo speciale sulla surf music con particolare attenzione all'Italia. Quel numero è stato per me la bibbia di queste cose e faceva finalmente chiarezza sulla questione "il surf in italia". L'articolo mi sembra si chiamasse "I nostri cavalloni". C'erano un sacco di riferimenti e nominate una infinità di band: i romani Cosmonauti, i campani Bradipos IV, gli Uninvited, gli Ups, tutte band italiane con le contropalle. Per un breve periodo con mio fratello abbiamo avuto una nostra band di surf-pop strumentale, con nel cuore gli Shadows e i Cosmonauti, che restano i miei preferiti di sempre. Da molti anni a questa parte poi c'è Lorenzo Valdambrini alias Surfjoe che sta facendo cose egregie nel settore, compreso il festival surf. Sono comunque situazioni che ho conosciuto e apprezzato, ma sempre frequentato in maniera random.
Questa è una domanda che è stata rivolta a tutte le band provenienti dalle vostre zone, gruppi che negli ultimi mesi hanno portato gli addetti ai lavori ad usare il controverso termine "scena". Un giorno potrebbe essere pubblicato un libro con tutte le risposte che i musicisti responsabili di questo momento di fervore regionale hanno fornito a questa domanda. Che sta succedendo da quelle parti? Esiste davvero una scena musicale con delle dinamiche definite tra la costa emiliana e marchigiana?
Sta succedendo che quelle poche persone che hanno fiducia in sé e nelle proprie capacità, si ribellano alla riviera di tamarri che vogliono imporci. Quindi con dei buoni amici ce le creiamo noi le situazioni che più ci piacciono, lo facciamo da anni. Il segreto è nello scegliersi tra affini, senza essere troppo autoreferenziali. Poi se si può usare il termine "scena" non saprei davvero. Di certo sò solo che il Loop, la Spiaggiola, Molotov Booking, Macca, Bastardbeat, Duo Veleno, DjDivision e chissà chi altri dimentico sono tutte persone, dj, organizzatori che lavorano da annni nella nostra zona per offrire un'alternativa a se stessi e alle logiche dozzinali del divertimentificio adriatico. Ci sono inoltre delle band validissime e che ammiro profondamente, parlo di Chewingum, Contradamerla, North, Varnellis, Gentlemen, e anche qui dimentico sicuro qualcuno.
Ultima. E' poco più di un mese che i vostri brani sono in download, i giudizi che si leggono in giro sono molto positivi. Che programmi ha la band per i mesi invernali?
Siamo rimasti anche noi molto sorpresi dai tanti feedback positivi, ci sentiamo solo di ringraziare col cuore, continuare a farci il culo e di fare uscire altro bel materiale. Abbiamo avuto diverse proposte molto interessanti da gente che stimiamo e seguiamo da anni. Stiamo valutando il tutto molto seriamente. In autunno contiamo di suonare il più possibile: ovunque!
Davvero l'ultima. Come descriveresti la musica dei Karibean a una persona sorda?
Quando facevo il volontario per l'Anfass di Bologna spesso erano sotto la nostra tutela ragazzi non vedenti e con altre disabilità, con i quali si scherzava e si ascoltava musica senza l'atteggiamento di certe professoresse democratiche scandalizzate. A volte si faceva ascoltar loro gli Smiths, altre i Ramones. Notammo subito che con le melodie degli Smiths si sfregavano i genitali, con quelle dei Ramones davano delle testate nel cruscotto del pulmino. Ecco, ammesso che i Karibean richiamino le band di cui sopra, ad un sordo vorrei evitare almeno una di quelle due situazioni. Per cui gli farei vedere le onde da scirocco, i deltaplani del conero e la luce nei giorni lunghi di primavera. Credo che capirà.
Fast Forward è una nuova applicazione (scusate, ormai chiamo app anche l'asciugacapelli e qualsiasi cosa che prende vita quando ci premo su) di Hype Machine. Si viaggia veloce in orizzontale attraverso i blog musicali più disparati (ma si può anche scegliere un genere), facendo tappa per pochi secondi su un post e lanciando in streaming la canzone inserita. Un micro arco di tempo giusto - di questi tempi - per decidere se è il caso di fermarsi ad ascoltare fino in fondo e leggere il resto (pausa), conservarlo tra i preferiti (cuoricino) o andare avanti. Serve a qualcosa? In un breve giro ho trovato interessante il blog Popheadwound e questo rapper romanticone già in posizione sulla catapulta dell'hype, Theophilus London. Si rischia la crisi epilettica? No, è come giocare con la ricerca automatica dell'autoradio, ma più 2.0, pure troppo, forse 3.
L'ossessione per il moderno menestrello, ambasciatore dell'indiepop inglese nel mondo da quasi un ventennio, Darren Hayman, non è appannaggio solo dei fan ma anche di band più giovani. Allo Darlin', pochi mesi fa nostra gradita ospite a Maps, dedica all'ex Hefner un brano inedito dal non ancora definito nuovo album. Darren, con una frenetica intro alla Month Of May, una qualità di produzione da heavy rotation radiofonica e un testo "about listening to records when you're embarking on a new romance", sarà singolo in vinile, uscita speciale, zero promozione, disponibile solo online. Il lato b contiente Wu Tang Clan, brano che risale ai The French, lo stesso Hayman per breve periodo in duo elettronico con John Morrison. In attesa che mi arrivi il faccione di Darren su vinile, mi ripeto come un mantra: "I could ever listening to Darren".
Altro piacevole annuncio di secondo album in arrivo. Dopo i Girls, anche i Drumsrendono noti data di uscita, tracklist e titolo. Portamento, via Moshi Moshi come l'ep di debutto e il primo disco omonimo, esce il 12 Settembre. Cambio di elementi e scambio di strumenti nella band di Brooklyn: nuovo chitarrista, Jacob Graham passato a synth e "natural instrument", l'ex batterista ora all'altra chitarra, il performer vocale rimane Pierce. Interessante il riferimento nel titolo in italiano a un elemento di punteggiatura musicale classica, il portamento appunto, ma anche "a reference to Jacob and I [Pierce] meeting as young boys with a shared love for Kraftwerk, Anything Box and Wendy Carlos – these were all synth pioneers, and a common feature on old analog systems was Portamento." Questo è Money, primo brano poco distante dal posto dove i Drums ci avevano lasciato un anno fa.
Se non fossero 2902 i chilometri a separarmi da questo miracolo, oggi a partire dalle 16 - no dico, musica live con una line up così a partire dal primo sole del pomeriggio in aperta campagna salentina, roba da farti guardare perplesso tutti braccialetti del Primavera che hai accumulato al polso - sarei al Sudestudio. Odelay ci aveva avvisato per tempo. Nni vitimu non lo posso dire, fatemi sapere però come è andata.
Nuovo e primo video per Karibean. We Need The Sun, il secondo brano del brillante EP d'esordio del giovane trio indiepop, ha trovato una bellissima casa grazie all'aiuto di Enrico Boccioletti, già architetto di immagini per A Classic Education e Young Wrists, oltre che per se stesso. In attesa di leggere presto su queste pagine le parole di Enrico Carletti, basso e voce della band proveniente dalla costa est italiana, recuperare Love, Tears And Spiritual Blessing (qui in free download), come già detto in radio, è un favore che in questi giorni di sole gentile dovreste farvi.
Non so davvero cosa vogliano rivelare i Girls con questo widget/giochino. Il bianco che vedete, pian pianino, se rimanete a fissarlo intensamente, si riempie di parole, d'amore e odio, struggenti, semplici, apocalittiche, in codice, come solo le nostre "ragazze". Un medley di frasi dalle canzoni del prossimo album, nuovi titoli oppure il testo del primo singolo?
Nome omen per Summer Hits, il singolo che lancia i Mazes. Va forte questo aereo a pedali che li ospita, decolla e in pochi secondi (un-minuto-e-cinquantaquattro) è già a ventimila piedi oltre le nuvole, lì in alto dura il tempo necessario per sfidare stupidamente il pallone infuocato e sciogliersi in volo.
La giovane band di Manchester non è rimasta per nulla invischiata con le storiaccie post-punk o brit della sua città. I riferimenti anzi sono tutti americani, bassa fedeltà di chitarre che lasciano scie potenti ed hanno lo stesso accento della parola Sebadoh e una pigrizia vocale alla Pavement (Surf and Turf, Boxin Clever). Non ci fanno mancare nemmeno il modernariato in un paio di pogate pettinate, stridenti tra Wavves e Cloud Nothing (Go Betweens,Most Days). I quattro sono alle stampe con il primo loro album A Thousand Heys, qui in assaggio su FatCat. Buon viaggio con i Mazes: ignorate gli avvisi, lasciate pure slacciate le cinture, non siamo mica saliti per ritornare giù.
Musicista sopraffino, videomaker DIY e illustratore sui generis. Darren Hayman è artista a tutto tondo, indipendente fino al midollo, aziendalista quanto basta. Ci piace anche quando si sbrodola mostrando come vengono fuori i suoi disegni.
UPDATE: Arriva anche il contributo musicale per il progetto Vostok5, Little Arrow, Little Squirrel è una canzone per ora in forma demo che Darren dedica ai primi cani tornati vivi dallo spazio, Belka e Strelka.
Ricordo di aver notato il logo Gimme Indie giusto un anno fa allo Strand per il concerto di Jens Lekman, poi mi son goduto il ritorno dei Suburban Kids su palco direttamente da casa mia, in live streaming. La web radio svedese Gimme Indie è ormai punto di riferimento per l'ascolto radiofonico alternativo in Scandinavia e non solo. E' nata come classica radio on line e indipendente con le novità del mondo musicale indie (nazionale, Uk e Us) in heavy rotation alternate a brani più vecchi e gloriosi -mentre scrivo passano A rush and a push and the land is ours degli Smiths. Negli ultimi mesi la sua popolarità è cresciuta a dismisura grazie alle dirette di concerti e festival e un sapiente uso dei social network. Ottima durante le ore di relax (ma anche di lavoro) al pc, ve ne consiglio l'ascolto, anche se in homepage, si sa, dovrebbe comunque rimanervi Città Del Capo, "one of the largest independent radio stations in Italy"secondo Pitchfork.
Weekend con le canzoni tristi è un articolo di David Samuels per Harper's Magazine. Il giornalista americano ha scritto un personale resoconto dell'ATP dello scorso Dicembre curato dai Belle And Sebastian. Cronaca ben sospesa tra ironia ed empatia verso l'attitudine da loser, un mood (una posa?) che pare aver permeato come una cappa l'intero evento, sovrastando i musicisti (Stuart e Sara, i Vaselines, New Pornographers, Edwin Collins, Teenage Fanclub), l'autore e il pubblico presente.
L'articolo è pubblicato sull'Internazionale di oggi. Se non fate in tempo ad acquistarne una copia o sfogliarlo nella vostra caffetteria di fiducia, lo potete trovare qui o leggere a partire da qui sotto.