giovedì 17 gennaio 2008

Little Name is playing at his house

Un giorno da un momento all'altro non riesci più a muoverti. Si bloccano le gambe proprio davanti a lei, mentre sei nell'ascensore che vi avrebbe fatto incrociare gli sguardi. E ti ritrovi con le mani che sudano, il senso di paura e smarrimento come nuovi amici che ti potrebbero far compagnia per otto lunghi anni or so. E sì, si può anche convivere con gli attacchi di panico.

Tra gli ultimi ascolti dello scorso anno, lontani da qualsiasi esigenza di classifica è arrivato How to Swim and Live, disco d'esordio scritto e suonato per intero dalla mono orchestrina composta dal solo Lee Barker che si firma Little Name.
Little Name è un ragazzone di Liverpool dell'era del DIY 2.0 che in accordo con i tempi ha intuito che per tutti c'è una visibilità e ognuno ha le sensibilità di scegliere di quale usufruire. How to Swim and Live è un compendio di indie pop, di quello inglese fino al midollo: come se in una torre d'avorio foderata d'ovatta si fossero trovati l'Albarn più giovane costretto a dividere la brandina con Elvis Costello e Stuart Murdoch. Le dodici gentili canzoni che compongono l'album uscito per la Sleepy Records sono ottime per la sera, una volta che la stanchezza costringe in casa e lo scorrere là fuori sembra tanto ombroso che ti chiedi come hai fatto a star lì tutto quel tempo. Un intero scrigno di gioia e frustrazione in un dischetto che vale mille sedute di analisi.

Little Name - You tear my love apart
Little Name - Tracy & I

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