Passati da militanti ska da liceao a esegeti del rap made in Bologna, quello sbocciato ma mai del tutto in fiore negli anni 90, il trio è arrivato quest'anno a pubblicare in totale indipendenza un disco intitolato Be Hop Click and Mumbo Jumbo. Un album a zero percentuale di pose che scappa dalla banalità da braghe larghe a cui ci ha abituato l'hip hop che fa audience in tv. Il trattamento riservato alle basi e ai toni sceglie con intelligenza e autoironia quali pietre miliari rimodellare. Ne viene fuori un compendio di stili e topic "completamente diversi": si fa omaggio ai Sangue Misto, maestri indiscussi del genere, nel rilassato incedere dell'apertura (Sunday), si ripercorre la fattanza sexy dei Sottotono (A.C.A.B), si ride dei cliché della balotta che va all'estero (Parliamo Italiano) e degli insuccessi della caccia aperta nei locali notturni (Passerà). Il meglio però arriva senza dubbio con Bolo Loco, un brano che è la dichiarazione d'amore più sincera che abbia sentito da quando vivo sotto due le torri. Un pezzo che profuma di bei pomeriggi ai giardini Margherita e domeniche sui colli. Una roba talmente perfetta che dovrebbe risuonare in sottofondo in ogni porta della città o essere adottata dall'assessorato al turismo come inno per Bologna. Dopotutto "con Be Hop Click stai sempre in Bolo city".
[Un ringraziamento particolare va ai ragazzi di Urban Sherpa]
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