Dopo l'ennesimo rifiuto a farsi intervistare,
Jonathan Richman ha gentilmente regalato alla rivista
Mojo una poesia nella quale si autointervista. Richman uomo chiede al Richman musicista come ci si sente a sessanta anni, di cui quaranta passati su un palco di fronte a un pubblico, ogni sera diverso. La risposta è sincera, dignitosa e naïve, come solo Jonathan Richman. Il resto del componimento poi, sarebbe da tenere sempre nel taschino della mente e tirare fuori in quei momenti in cui i nostri venti/trenta e qualcosa, inspiegabilmente, pesano un tot.
So Jonathan, does it feel at all strange to be sixty years old,
Singing in clubs now for forty odd years,
Playing for students a third your age?
Yes, it feel strange.
Yes, it feel strange.
My face keeps on changing, but the public stays 20.
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