Continuo a non saperne nulla degli Acutal Water ma questi canadesi hanno tutto quello che cerco in una band, oltre che essere anche a zero - li amo ancora di più - con la promozione via web. Avevo provato a spiegare la loro urgenza garage da sciabolati mesi fa. Prendi la brillantezza della cricca Flight Nun e riportala agli albori del lo-fi quando Iggy aveva appena cominciato a sfregiarsi il torso nudo. Ma cosa vuoi spiegare di come fanno cinque matti a riassumere in tre minuti per canzone tutto quello che c'è da sapere sul punk, la psichedelia sixties, le chitarre jangly degli '80 e la melodia pop degli ultimi quarant'anni? Il disco Paisley Orchard è appena uscito per Unfamiliar, il singolo che lo traina è proprio La Violence sur Les Champs-Élysées. Di nuovo c'è anche una canzone dedicata al loro locale preferito di Toronto, She's A Priest e l'inno per adolescenti innamorati, Latoya, in vinile per Plastic Idol Records.
"Through an online contest, six fans are selected to film Dinosaur Jr. performing "Bug" in its entirety at the 9:30 Club in Washington DC, June 2011. Experience the fans' joy as they witness a classic performance and meet their heroes face to face in an exclusive interview with the band. Under the awesome direction of Dave Markey (The Year Punk Broke), "In the Hands of the Fans" brings the fans closer to the band and the music closer to you. Includes bonus footage of Henry Rollins speaking candidly to Markey about the the band, and interviewing them on stage before the show."
Non ci stai dietro alle uscite discografiche dei Wave Pictures. Questa sarà la copertina di Long Black Cars, il nuovo disco che uscirà ad Aprile ancora per MoshiMoshi. Mi piace molto questa foto che esula un po' dall'artwork a cui ci hanno abituati David Tattersall e soci: delle gambe in infradito accavallate in primo piano, un soggiorno in disordine e sullo sfondo la sagoma di quello che potrebbe essere il batterista Jonny che dorme sul divano. Me la immagino già nel grosso cartonato in vinile.
A testimonianza della mia esagerata affezione lungo gli anni per il trio di Londra c'è il fatto che uno dei titoli in tracklist non mi suonasse del tutto nuovo. E' Eskimo Kiss, un vecchio demo del 2007 che tra un paio di settimane sarà singolo per Fortuna Pop.
Avevamo festeggiato il Natale e salutato il 2011 in radio con il live dei Karibean, ospiti al Thermos del venerdì de La Belle Epop. Se avete perso quella puntata, ecco il podcast e i brani in unplugged. Quella sera il trio surf pop di Ancona è stato seguito e ripreso dall'occhio morbido di Less Tv che ora ci regala il primo piano di Down Before Xmas. Ormai è una certezza il lavoro di Pietro Borzì per godere anche in video le session delle band che vengono a trovarci negli studi di Radio Città Del Capo.
Di Spakkiano avevo già parlato ai tempi del River Fever perché nel piccolo festival estivo sulle rive del fiume aveva fatto il suo debutto dal vivo (qui un resoconto del concerto). Si sapeva bene chi fosse Federico Oppi (braccia forti dietro la batteria degli A Classic Education) ma nessuno aveva ancora conosciuto da vicino la sua versione solitaria ed elettronica al limite del nonsense: Spakkiano, il suo alter ego notturno.
"Lavoro con un semplice programma del mac. Parto sempre dalla ritmica, è la cosa che più mi viene naturale essendo io un batterista. Quello che rappresenta la sfida, e soprattutto il divertimento, è arrivare poi a una melodia ed abbinare delle immagini lontane ma in sintonia con quel suono."
Esce su queste pagine, in co-premiere con Secretdecoder, Macadam, un brano dai synth morbidi e sussurrati e il ritmo dal sapore balearico. Il video pre-vintage è buffo ma con una vena dark che gli pulsa dentro. Tramite Secretdecoder scopriamo di più sul titolo e sul video, una specie di pubblicità progresso dell'epoca delle prime automobili per strada. Quella che pare una gag ti lascia una smorfia a metà tra il sorriso accennato e l'impotenza.
Stasera dall'aperitivo in poi mi trovate a mettere dischi da Zuni a Ferrara. Il dj set ho appena deciso di intitolarlo "The Smiths? Just a band." Una maniera per non farmi prendere la mano e raggiungere l'obiettivo della serata: suonare durante l'arco della selezione non più di tre singoli della, ehm, più grossa band, ehm, di tutti i tempi. La vedo dura, io ci provo. Venite a darmi una mano, chiedetemi Beyoncé tipo.
-- "The Smiths? Just a band." dj set by La Belle Epop --
PS: Oltre alla muscia spettinata, l'ottimo cibo e gli spritz tosti, da Zuni, fino al 1 Febbraio, sono esposti i lavori di Giulia Sgramola, già grafica per il New Yorker e Coconino Press.
Sulla scia delle cover. Eccone una illustre. E' di Nikolai Fraiture, il bassista degli Strokes, il personaggio meno "personaggio" dei cinque, che quando suona da solo (finora all'attivo un solo, non memorabile album) è Nickel Eye. Sul suo tumblr è da poco comparso un video casalingo dove si distingue a malapena la sua sagoma dinoccolata che canta, chitarra acustica e armonica, la cover di In My Life dei Beatles. Lo ammetto: ho sognato che da un momento all'altro partisse la bàttera di Fab Moretti e si aggiungessero le chitarre di Valensi e Hammond Jr. E magari, ecco, l'ultimo verso lo cantasse Casablancas.
Sono certo che Paul Simon l'avrebbe ballata di brutto questa cover un po' maraglia, tutta schiuma party, di You Can Call Me Al, rielaborata ai synth dai The Limousines.
Oltre al primo singolo di quel capolavoro senza tempo che è Graceland, il duo di San Francisco dà una ripassata con il gel per capelli anche a Temptation dei New Order. Free download and dance!
I Fanfarlo hanno decisamente preso un'altra via, una curva che per ora e per limite mio, non riesco a intravedere dove li possa portare. Dal nuovo disco Rooms Filled With Light avevamo già sentito Decostruction e Replicate. Ora arriva il video ("about magpies, dinosaurs, television and the Aztecs"!?) di Shiny Things. Il sunto è che l'orchestrina indiepop degli esordi che avevamo imparato ad amare è stata snellita e raffreddata da un trattamento elettronico a cui manca la linfa vitale. Rimane il pathos, ma non basta.
PS: Come prova della piega sintetica presa dal sound della band di Londra c'è The Castle, scuro side project elettro del bassista Justin Finch.
Il 2011 è stato l'anno della scoperta urbis et orbis di Porcelain Raft, musicista italiano dalla lunga carriera nell'underground londinese che avevamo intervistato un anno fa. Mauro Remiddi ora sale un altro gradino e dalla sua nuova stanza di New York, accasato discograficamente alla Secretly Canadian, consegna Strange Weekend, un album che la BBC non esita a definire"something soulful". Dai due brani in anteprima si contano strati su strati di synth sporchi e drum machine al rallentatore poggiati bene su una voce felina.
Per il momento non andrà in onda la prima puntata del nuovo anno de La Belle Epop in radio, mi appunto quindi sulle pagine del blog un po' di canzoni che avrei sicuramente passato via etere durante il Thermos del Venerdì. Sembra che le band fossero già da mesi ai blocchi di partenza con in mano il testimone che anticipa una nuovo album: come ogni inizio di anno piovono singoli da ogni parte.
Simple Song. E' una "canzone semplice", che non sfigura affatto davanti agli inni della generazione Garden State, quella che sigla il ritorno degli Shins a un lustro da Wincing The Night Away. Non vi sarà certo sfuggita la notizia che la Sub Pop non è più la label degli Shins, che James Mercer ha scritto e suonato tutto il disco e cambiato compagni di band, e Port Of Morrow uscirà a Marzo (persino in versione su bobina da magnetofono) per la Aural Apothecary, l'etichetta personale del frontman.
PS: Con o senza Shins la Sub Pop vince comunque: un bell'articolo del Los Angeles Times elogia la ventennale attività dell'etichetta di Seattle, sempre una misura in anticipo sul metronomo della discografia indie.
Un altro ritorno a bomba è quello degli Xiu Xiu di Jamie Stewart, unica mente, sempre al limite dell'infermità, dietro la band di pop sperimentale americana. Da gran provocatore con i piedi sprofondati nella miseria e tristezza terrena, Stewart aggiunge a un testo drammatico e teatrale una delle più felici melodie della sua produzione. Hi anticipa Always che esce a Febbraio.
Quel 5 Dicembre eravamo troppo ammaliati da ciò che stavano magicamente suonando e le riprese del loro concerto segreto in città non furono molte. Qualche giorno dopo la discesa a Bologna nella cantina di Tatler, momento live indimenticabile del nostro 2011, gli Widowspeak erano a Copenhagen. Questa è Limb suonata alla luce di due candele nel backstage e catturata dalla camera di They Shoot Music. Astenersi deboli di cuore.
Broke As Me non è altro che una versione di Bad As Me rielaborata da Big Pauper, dj e produttore di Portland, giovane mago del downtempo. La capacità di prestigiatore di suoni di Big Pauper consiste nello spezzare, sparpagliare, rimettere insieme e ripetere in sequenza i frammenti della voce al barbour di Waits e dei suoi strumenti: il blues che diventa trip hop senza passare dal via. Come dice l'autore: "remixes were constructed using the original songs, other Tom Waits material, a recent Tom Waits interview on NPR, 60′s japanese gangster flicks, the occasional czech new wave flick, a bunch of instruments and a couple of stacks of records." E in passato, quando ancora non si faceva chiamare Big Pauper, aveva tirato uno scherzo simile ai Radiohead.
Il ritorno alla scrittura del maestro dopo sette anni di attesa non aveva certo bisogno di miglioramenti, men che meno di remix, ma per quanti hanno apprezzato l'originale, l'ascolto di Broke as Me può essere un rilassante divertimento.
Era l'estate del 2009 quando uscì Break Bones, primo singolo di un trio di Londra il cui nome trovai geniale, lo slogan definitivo da t-shirt per tutti i veri indie kids finti nerd lì fuori: Internet Forever. Per puro caso li beccai in un bar nel quartiere di Shoreditch dove suonarono un set sgarrupatissimo, facevano un indiepop grezzo con le tastiere casio e mezza batteria e non avevano uno straccio di cdr a banchetto. Nonostante tutto riconobbi quel file ascoltato giorni prima e un'ottima cover di Walk of Life (sì, quella) che lì per lì pensai suonassero solo per il gusto del lol. Per finire il revival summer 2k9, ecco la foto che fecero dal palco quella sera al Catch.
Un paio di anni di silenzio dopo e lasciati i panni di musicisti sciabolati da house party la band ha preso la forma di vero progetto musicale, "a pop band for twenty tenties": i vecchi brani sono stati trattati da una produzione tutt'altro che a bassa fedeltà (ora ricordano i Los Campesinos!, ma senza l'emo, o gli Animal Collective, ma decerebrati) e il look cucito dalla stessa sarta di tUnE-yArDs. E' proprio questo tutto ben misurato, che si mira un minuto di troppo allo specchio che mi lascia per ora poco entusiasta. Happy New Year e Break Bones rimangono ottimi singoli e la curiosità per l'album che esce a breve su Tape Alarm tuttavia rimane.