Come ogni febbraio arriva puntuale preciso e ineluttabile il periodo dell'influenza. E altrettanto ineluttabilemente io "cado" malato, come si dice nelle sperdute lande pugliesi.
E ogni volta mi accorgo che non riesco a fare nulla, che mi sdraio supino nel letto e rimango lì immobile a capire perché.
Qualcuno direbbe: ok, dai è solo un po' di riposo.
Qualcuno direbbe: quanto pagherei io per poter stare a letto tutto il giorno.
Qualcuno direbbe: abbi pazienza.
Ecco io invece di pazienza proprio non ne ho. Fin dalla scuola elementare, quando in ogni modo si cercava di farsi venire accidentalmente un malanno, io non ne ho mai voluto sapere. Perché non fare niente mi butta giù. Perché selezionare le cose che riesco a sopportare con la mente annebbiata mi manda in bestia.
No libri, almeno non troppo complessi o "suggestivi".
No film, si imprimono nella memoria e poi la notte non dormo.
No musica, non tutta la musica. Perché se sento qualcosa di troppo allegro e potente poi i deliri salgono a livelli inimmaginabili.
Così penso. E quest'anno mi sono chiesto com'è che si arriva ad essere malati. E a farlo mi hanno aiutato certe canzonette e gruppettini.
Per prima cosa ti senti strano, oscuro, riesci già a immaginare che c'è qualcosa che assolutamente non va. La testa ti pesa e i gesti sono appannati.
Poi inizia la malattia vera e propria, si innesta dentro di noi e ci devasta (oh, a me mi devasta).
E tu che ti dici ok due giorni e tutto passa, starò bene presto.
E, fondamentalmente, speri che sia così. Perché alle canzonette allegre e ai libri e alle serie tv, non puoi rinunciare per così tanto tempo.
N.B.
Le canzoni e i gruppi citati sono un mix di nuovi e vecchi ascolti che ho avuto nel mio player per tutto il periodo della degenza. Spero che abbiate apprezzato il mio modesto modus operandi.
1 commento:
;-)
carino il percorso musicale della malattia...!
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