mercoledì 30 marzo 2011

Cults. You know what I mean.


Volevo approfittare di You Know What I Mean, nuova romanticheria in arpeggio dream pop dei Cults, edita nel tipico formato a esaurimento di limitate scorte per il Record Store Day, per abbellire questa homepage con un'altra foto della cantante Madeline Follin. Invece, il singolo che sarà nella tracklist dell'album di debutto del duo di New York previsto per Maggio, è accompagnato anche da un video. Le solite ottime immagini da repertorio di vita quotidiana vintage firmate Magic Chill alle quali, mi sa, continuo comunque a preferire la gigantografia di Madeline.

Cults - You Know What I Mean

Original pirate material

E' passato un bel po' di tempo dal primo album dei Pete And The Pirates, Little Death, uscita che aggregava quanto di ottimo la band inglese aveva sparso nei precedenti singoli ed ep per la Stolen Recordings. Lo spettro della nuova uscita sulla lunga distanza ha fatto la prima apparizione all'inizio di quest'anno con Winter 1, passo monotono su una cupa moquette sintetica, buona ipotetica b-side in free download che instilla il dubbio che qualcosa di nuovo abbia investito la sala prove dei Pirates. Tipo un tir carico di dischi dei Kraftwerk, tipo questa sala prove.
Ormai la data e titolo per il nuovo album, prodotto da Brendan Lynch (già curatore di lavori di Paul Weller e Primal Scream), sono fissati: One Thousand Pictures, 23 Maggio 2011; Come To The Bar, sobrietà synth pop da Devo sulle sponde del Tamigi, è il primo vero singolo ufficiale che con tanto di video fa partire il conto alla rovescia.



   Come To The Bar by Pete And The Pirates

Winter 1 by Pete And The Pirates

UPDATE: Appena uscito e subito svelato su youtube il secondo singolo, ecco United, qui sotto in streaming. Grazie a Vittoria per la segnalazione.

venerdì 25 marzo 2011

Come complicare facili indovinelli scandinavi

Indovinate di quale famoso cantautore scandinavo la sezione ritmica del suo ensemble starebbe per essere completata dalle braccia portendose di una componente di un girl group altrettanto famoso e scandinavo.

mercoledì 23 marzo 2011

Amerigo Verardi: "L'insoddisfazione è la bandiera della mia vita"


Per noi ragazzini cresciuti tra Brindisi e Lecce che provavamo a capirci qualcosa sulla musica alternativa, scoprire la figura di Amerigo Verardi fu un vero shock. La meraviglia nel conoscere la storia di nu uagnoni tirato su a pochi chilometri dalle nostre stanze che si era ritagliato con i suoi diversi progetti musicali un ruolo importante nell'ambito dell'underground italiano era tanta e tutta nuova. Nel web c'erano veramente poche traccie di Amerigo, figura schiva e poco propensa all'autopromozione. Andare a ritroso nella sua discografia, uscita dopo uscita, cercare di trovare le poche copie che giravano dalle nostre parti, diventò la vera sfida. Una copia in vinile di Cremlino E Coca, il secondo disco da solista, fu consegnata direttamente dalle sue mani a un mio amico mentre erano rispettivamente ospite e cameriere di un albergo. Fino al 2003 Verardi non l'avevo mai visto suonare dal vivo, in una data a Milano durante il tour con i Lotus ebbi l'occasione di conoscerlo grazie al fratello maggiore che si fermò a chiacchierare con lui molto a lungo. Non ricordavo che il mio booklet di Nessun è Innocente, il disco allora in promozione uscito per Mescal, portasse la sua dedica. All Those Cats In The Kitchen invece, il primo mini-LP del 1987 a nome Allison Run, ancora non ce l'ho in scaffale.

Doverosa allora è la segnalazione dell'ultimo podcast di Kaleidoscope, programma sulla psichedelia in tutte le sue forme e in tutte le sue sfumature che va in onda tutti i martedì intorno alle 23.30 su Città del Capo Radio Metropolitana. Il buon Aurelio Pasini la scorsa settimana ha dedicando l'intera puntata proprio all'attività di musicista di Amerigo Verardi, come uno degli esponenti più carismatici della “nuova psichedelia” in Italia. Lasciando all'esperto Aurelio il compito di ripercorrere la carriera artistica del musicista brindisino e spiegarne l'importanza, mai abbastanza sottolineata, per la scena indipendente dei nostri anni novanta, mi limito a rispolverare con piacere gli album di Verardi, consigliarvi l'ascolto della puntata in podcast su Vitaminic e ringraziare il conduttore per il regalo.

Allison Run - I'd Like To Walk With Somebody
Lula - Da Dentro
Amerigo Verardi - I Pesci di Mururoa
Lotus - Yeahjaouijasi!

giovedì 17 marzo 2011

ROMAPOPFEST 2011

Finalmente il weekend designato per la due giorni di musica indiepop organizzata dalle ragazze di Frigopop è giunto. Questa prendetela un po' come l'ultima chiamata. Venerdì e sabato sera il vivo quartiere di San Lorenzo, ospiterà il secondo Roma Popfest, festival unico per genere in Italia ma con analoghi in tutto il mondo. La sigla popfest da anni ormai riunisce idealmente sotto di sé il meglio del pop indipendente della nazione e oltre.
La line-up che si alternerà su i palchi di due locali adiacenti (Mads e Le Mura), è composta da giovanissime novità, più storiche band italiane e da eccezionali ospiti d'oltremanica e oltreoceano. Tra le esibizioni live e dopo la chiusura dei sipari avrò il piacere di mettere un po' di dischi insieme ai ragazzi di Indieforbunnies, Any Given Monday e le reginette di Frigopop. "Be there or be square!"

Tutte le altre dettagliatissime info le trovate qui. Sul blog di Maps invece potete ascoltare la viva voce di Nur  che racconta come si organizza un popfest.

concerti (fb)
VENERDI'
Mads: Non Voglio Che Clara - Marcello e il mio Amico Tommaso
Le Mura: Eux Autres (US) - Allo Darlin' (UK) - Mamavegas
SABATO (Maledetta Primavera night)
Mads: I Quartieri - I Demoni - Young Wrists
Le Mura: Virginiana Miller - Colapesce
dj set (fb)
Frigopop - Indieforbunnies
Any Given Monday - La Belle Epop

Come ben sapete i fine settimana non finiscono di sabato. E nemmeno i popfest! Sabato in contemporanea con Roma si farà festa anche al Mattatoio di Carpi con il concerto dei londinesi Allo Darlin', si chiuderà poi domenica con il live all'ora dell'aperitivo dei californiani Eux Autres. Anche qui, prima di darsi appuntamento all'anno prossimo, un po' di selezione musicale sarà offerta da La Belle Epop. Pronti? Via

mercoledì 16 marzo 2011

I'm not afraid to wait for you



L'iperattivo synthpop di Teen Daze muta in un rilassato post-rock acustico con Two Bicycles. Messi da parte i battiti veloci e le spiagge rimangono melodie strumentali, nude e sognanti, aperte come un oceano, accoglienti come un letto. Inutile dire quale delle due versioni del canadese preferisca.

giovedì 10 marzo 2011

Let's Wrestle, questa volta sul serio

Nursing Home, il secondo disco dei Let's Wrestle esce il 17 Maggio per Merge. L'hanno registrato a Chicago con Steve Albini e in questa Dear John ti sbattono a sorpresa un potente assolo di chitarra sulla nuca senza che tu possa dire proprio niente. Anzi, una cosa te la dicono loro: "it's about being forced to bare knuckle fight a clone of yourself." Questa anteprima suona un po' come una chiave articolare appena imparata e portata sul ring dai nostri cari lottatori a pugni nudi di Londra.

(♫) Let's Wrestle - Dear John

martedì 8 marzo 2011

On the tip of the tongue: intervista a Porcelain Raft


Mauro Remiddi è un musicista romano che negli ultimi mesi si è fatto conoscere, in Inghilterra (per esempio sulle pagine del Guardian) prima che da noi, come Porcelain Raft. Forse avrete avuto modo di ascoltare a suo tempo i Sunny Day Sets Fire, ecco Mauro era la chitarra e voce di quella band di indiepop multietnico di stanza a Londra.
Porcelain Raft è la sua ultima evoluzione, dream pop che gira attorno a una voce delicata e disegna con loop, tastiera e chitarra, dei quadri dall'atmosfera onirica piuttosto scura. Stasera, come dicevo, è alla sua seconda performance in Italia. Per l'occasione Mr. Remiddi ha raccontato tra le altre cose, com'è la vita da musicista italiano in Gran Bretagna e del suo rapporto speciale con gli Yuck.

- Ciao Mauro. Riassumeresti ermeticamente una tua immaginaria pagina di Wikipedia?
Mauro nella sua stanza a 10 anni. Poi una band, subito dopo un'altra band, poi una'altra band. Mauro, 37 anni, nella sua stanza.

- Cosa ti ha spinto a passare da una gruppo con un sound ben definito a un progetto solista così multiforme e dalle influenze meno nette?
Semplicemente ho seguito quello che mi è più congeniale, ho capito che a me non piace il suono "ben definito", sono attrato dal "working in progress", da qualcosa che sta per divenire, non formato.

- Come spiegheresti la tua musica a una persona sorda?
Ballerei, qualsiasi movimento che mi verrebbe in mente ascoltando la mia musica.

- Pensi che stare a Londra possa aver giovato in qualche modo alla "popolarità" di Porcelain Raft?
Non è un problema di popolarità, a Londra c'è una audience in cerca di cose nuove, c'è una sete per la musica originale. Quando dico originale intendo non cover o copie di cose che già esistono. In Italia (anche se manco da dieci anni) c'è la grande tendenza a farsi piacere quello che è già "established". Cosa che non esiste in UK o in America. Credo comunque che la mia esperienza londinese sia finita, certo, andrò sempre lì a suonare, è un posto incredibile, ma ora mi sto trasferendo a New York.

- Off the record, che ne pensi degli Yuck? Come è nata l'amicizia con la band e da chi è partita la proposta del vinile condiviso?
Adoro gli Yuck, hanno delle canzoni fantastiche e un'energia davvero speciale. Daniel è un genio di songwriter, una persona davvero speciale, ci siamo conosciuti ad uno dei miei concerti ed è nata un'amicizia spontanea, non legata alla musica. Poi lui mi mandò una sua reinterpretazione di uno dei miei brani, per coincidenza assurda io avevo fatto lo stesso! Quindi i nostri amici in comune di Trasparent hanno deciso di fare di quelle due cover un 7 pollici.

- Hai già un buon numero di canzoni all'attivo, oltre ai singoli e all'ultimo Gone Blind EP. Ma anche con i video non scherzi. Li realizzi completamente da solo?
Sì, quasi tutti da me. Ora un amico in New York mi ha regalato una camera portatile e questo significa solo una cosa: nuovi video in arrivo molto presto!

- Ultima domanda, un classico: qual è la storia dietro il nome Porcelain Raft?
Mi piace l'idea che una zattera di porcellana non possa galleggiare sull'acqua, ci vuole un po' di fantasia a pensarla lì. Le persone ciniche la vedono affondare, le persone con immaginazione invece la vedono viaggiare su onde che non sono quelle dell'oceano.

(♫) Porcelain Raft - Talk To Me
(♫) Porcelain Raft - Tip Of Your Tongue (Keep Shelly in Athens Remix)

Sonic Valentine Fanclub

Non faccio in tempo a esaltarmi per il disco degli Yuck (in realtà mi sono esaltato un bel po', e così, a occhio, lo vedo già in cima agli ascolti da qui a Dicembre) che lo smilzo Daniel Blumberg tira fuori il moniker Oupa. Nulla di veramente nuovo, è solo il nome che il solista della band ha coniato per sostituire il precedente Yu(c)k, per evitare confusione e facilitare i calcoli a Google.
Daniel suona il pianoforte e canta al rallentatore senza troppi filtri vocali. Il risultato, molto distante dall'edificio stile anni novanta che gli Yuck, chitarre-basso-cassa, alzano sul disco e dal vivo, si lascia riassumere facilmente come i demo che faccio nella cameretta e poi provo in studio con i règaz della band. Il disco solista pare esca Giugno, c'è tempo.
Ora sono super-carico di rivedere il loro live, stasera al Rocket di Milano, anticipato sul palco dal compagno di tour e nostro connazionale Porcelain Raft.

(♫) Oupa - Forget
(♫) Yuck - Get Away
(♫) Porcelain Raft - Tip Of Your Tongue

lunedì 7 marzo 2011

The Strokes: 2001 is so 2011

Buongiorno offerto dagli Strokes, cinque giovani newyorkesi di cui se ne dice un gran bene in giro. Guardateli, hanno tutto per fare il botto: facce pulite e strafottenti, look da modelli di seconda mano, un suono misto degli ultimi trenta anni di indie rock, così fresco e allo stesso tempo vintage da far sembrare questo 2001 il futuro, il 2011 tipo.



In diretta al SNL, dopo l'inedita malinconica Life is Simple In The Moonlight hanno suonato il singolo Under Cover Darkness. Verso la fine di questa, il carismatico frontman Julian Casablancas sembra scazzare e si lascia sfuggire un "fuck it" in mondovisione. Già idoli. Yeah.



(♫) The Strokes - Life Is Simple In The Moonlight (SNL rip)
(♫) The Strokes - Under Cover of Darkness

giovedì 3 marzo 2011

Al tepore di Giorgio Tuma

Oggi per fortuna ho trovato come buon rimedio contro l'inutile clima severo qui fuori quello di riempirmi la mattinata di contenuti carichi di tepore. Un luogo che non tradisce in questi momenti di necessità è il blog dei ragazzi di Odelay, con i suoi occhi spalancati sul Salento.



Poche note e qualche fotogramma, una specie di trailer del prossimo album di Giorgio Tuma. Lo stile e il tocco delicato sembra siano rimasti intatti. L'assaggio di questa Eyes Full Of Bitterness è molto breve ma lascia immaginare un possibile cambio di rotta del genietto leccese, dalle luci tropicali di My Vocalese Fun Fair a queste più crepuscolari, o albeggianti se volete. Il disco, il suo terzo, si intitola In The Morning We'll Meet ed è in prossima uscita per la storica Elefant Records.

UPDATE: Per magia è appena arrivato il video di Imaginary Soundtrack For Yuri Norstein, altro brano nuovo di Tuma, un omaggio al regista russo maestro del cinema d'animazione Jurij Norštejn. Crepuscolare dicevamo, ora ci aggiungiamo anche sognante.

martedì 1 marzo 2011

The cruellest February skies


Winter Makes You Want Me More è una sequela di immagini tremanti girate da Darren Hayman a spasso con il suo celebre cane. Il singolo, uscito con precisione filologica proprio ieri per Fortuna Pop!, è il centro ideale attorno al quale gira Essex Arms, il bellissimo album finito qui nella top ten dell'anno scorso.
Le fotografie della sua verde periferia natia e un testo che cita dettagli come i crudelissimi cieli di Febbraio, le stufe da giardino e gli amanti infreddoliti al riparo di lenzuola di flanella a righe, esaltano i colori dell'inverno, lo ammantano di un fascino che lo eleva a stagione più romantica di sempre. Magia di Darren Hayman che non scriveva un pezzo "così Hefner" da un bel po' - qui anche con l'aiuto della brava Cathy dei Fanfarlo.
Che importa se oggi il calendario segna il primo di Marzo e fuori dalla finestra ci sono i soliti toni grigi di un giorno qualsiasi di un inverno che non vuole mollare? Darren ci ha regalato questa meraviglia, cogliamola prima che arrivi la primavera.



E a proposito di inverno: a Gennaio Darren ha scritto una canzone e girato un video per ogni giorno del mese. Ora l'intero mese di canzoni, January Songs, è tutto qui.