martedì 8 marzo 2011

On the tip of the tongue: intervista a Porcelain Raft


Mauro Remiddi è un musicista romano che negli ultimi mesi si è fatto conoscere, in Inghilterra (per esempio sulle pagine del Guardian) prima che da noi, come Porcelain Raft. Forse avrete avuto modo di ascoltare a suo tempo i Sunny Day Sets Fire, ecco Mauro era la chitarra e voce di quella band di indiepop multietnico di stanza a Londra.
Porcelain Raft è la sua ultima evoluzione, dream pop che gira attorno a una voce delicata e disegna con loop, tastiera e chitarra, dei quadri dall'atmosfera onirica piuttosto scura. Stasera, come dicevo, è alla sua seconda performance in Italia. Per l'occasione Mr. Remiddi ha raccontato tra le altre cose, com'è la vita da musicista italiano in Gran Bretagna e del suo rapporto speciale con gli Yuck.

- Ciao Mauro. Riassumeresti ermeticamente una tua immaginaria pagina di Wikipedia?
Mauro nella sua stanza a 10 anni. Poi una band, subito dopo un'altra band, poi una'altra band. Mauro, 37 anni, nella sua stanza.

- Cosa ti ha spinto a passare da una gruppo con un sound ben definito a un progetto solista così multiforme e dalle influenze meno nette?
Semplicemente ho seguito quello che mi è più congeniale, ho capito che a me non piace il suono "ben definito", sono attrato dal "working in progress", da qualcosa che sta per divenire, non formato.

- Come spiegheresti la tua musica a una persona sorda?
Ballerei, qualsiasi movimento che mi verrebbe in mente ascoltando la mia musica.

- Pensi che stare a Londra possa aver giovato in qualche modo alla "popolarità" di Porcelain Raft?
Non è un problema di popolarità, a Londra c'è una audience in cerca di cose nuove, c'è una sete per la musica originale. Quando dico originale intendo non cover o copie di cose che già esistono. In Italia (anche se manco da dieci anni) c'è la grande tendenza a farsi piacere quello che è già "established". Cosa che non esiste in UK o in America. Credo comunque che la mia esperienza londinese sia finita, certo, andrò sempre lì a suonare, è un posto incredibile, ma ora mi sto trasferendo a New York.

- Off the record, che ne pensi degli Yuck? Come è nata l'amicizia con la band e da chi è partita la proposta del vinile condiviso?
Adoro gli Yuck, hanno delle canzoni fantastiche e un'energia davvero speciale. Daniel è un genio di songwriter, una persona davvero speciale, ci siamo conosciuti ad uno dei miei concerti ed è nata un'amicizia spontanea, non legata alla musica. Poi lui mi mandò una sua reinterpretazione di uno dei miei brani, per coincidenza assurda io avevo fatto lo stesso! Quindi i nostri amici in comune di Trasparent hanno deciso di fare di quelle due cover un 7 pollici.

- Hai già un buon numero di canzoni all'attivo, oltre ai singoli e all'ultimo Gone Blind EP. Ma anche con i video non scherzi. Li realizzi completamente da solo?
Sì, quasi tutti da me. Ora un amico in New York mi ha regalato una camera portatile e questo significa solo una cosa: nuovi video in arrivo molto presto!

- Ultima domanda, un classico: qual è la storia dietro il nome Porcelain Raft?
Mi piace l'idea che una zattera di porcellana non possa galleggiare sull'acqua, ci vuole un po' di fantasia a pensarla lì. Le persone ciniche la vedono affondare, le persone con immaginazione invece la vedono viaggiare su onde che non sono quelle dell'oceano.

(♫) Porcelain Raft - Talk To Me
(♫) Porcelain Raft - Tip Of Your Tongue (Keep Shelly in Athens Remix)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grandissimo Mauro!
A.