martedì 31 agosto 2010

We Used to Wait

We don't wait anymore

In un sempre più verosimile scenario da scorrimento di vita in fast forward non passeggiamo con le nostre gambe, non cuciniamo a fuoco lento, non immergiamo il corpo nell'acqua per lavarlo, non ci proviamo nemmeno a mettere in piedi dialoghi verbosi, non firmiamo più lettere d'amore con la penna e non ne attendiamo risposta con quel misto di entusiasmo e incertezza che ha mantenuto sveglie intere generazioni di amanti. La soddisfazione è nell'immediato e non ha senso se non è istantanea. Nessuno è più abituato ad aspettare e niente comporta un'attesa, sembra dirmi Win Butler.

"That song was kind of (about) when in high school I kind of had a "letter-writing romance" with a girl and I'm trying to remember that time and it's all just coloured by the feeling of waiting, you know, like an entire summer or pretty much half a year, and just this feeling of like anxiousness of waiting for a letter to arrive." (Win Butler su We Used To Wait in una recente intervista)

Non avevo ascoltato più di due volte We Used To Wait. L'album The Suburbs l'ho messo poco nel lettore, troppo lungo e bisognoso di attenzione per un ascolto sotto l'ombrellone. Nelle ultime ore, ovunque nella blogosfera, la febbre per questo nuovo singolo è salita, grazie al video che l'accompagna, e ha contagiato anche me.
Il mix di musica e tecnologia funzionò già ai tempi del video di Neon Bible. Ora la band canadese alza l'asticella percorrendo un territorio inesplorato: l'utente ascoltatore e spettatore diventa protagonista del video. Un esperimento affascinante che Tech Crunch e il blog di Google spiegano in termini tecnici ma semplici.
Provateci anche voi con l'esperienza intitolata The Wilderness Downtown. Detta così sembra l'invito all'ultima attrazione di Disneyworld ma quando spuntano gli alberi tra le strade del vostro paese i brividi lungo la schiena sono assicurati.

Vien da pensare, e quasi dispiace, che la splendida canzone, in perfetto stile arcadico, dal testo harthfelt, possa essere messa in ombra dalla singolare particolarità del video. Ma forse è inutile perdere tempo a rispondere all'antica capziosa domanda se è il singolo a trarre beneficio dal video o viceversa. Tra qualche giorno gli Arcade Fire sono in città e gli alberi potrebbero nascere tra la folla dell'Arena Parco Nord.

1 commento:

elena mariani ha detto...

bellissimo!
mi ha emozionato per davero davero